Molti amici di Roma e di altre città venivano a trovarmi al mio paese. A Decima mi ero formato un gruppo di ottimi collaboratori, fra questi Primo Capponcelli che divenne poi il capo comitiva di gruppi di persone desiderose di avere incontri e mantenere contatti spirituali con l'amato Padre Pio. Gli abitanti di San Matteo della Decima con gioia accolsero l'invito mio e di Primo di fare visita al santo frate cappuccino di San Giovanni Rotondo.Le preghiere e le benedizioni del Padre diedero copiosi frutti di grazie a molte famiglie e, per queste, a tutti gli abitanti di San Matteo della Decima.Ricorderò a questo proposito che anche la mia famiglia ebbe un segno della sollecitudine e dell'amore di Padre Pio e la prova che egli, anche a distanza di molti anni, ricordava tutte le nostre richieste di preghiere e protezione.Nei giorni fra Natale e Capodanno 1967 - 1968 mi trovavo a San Giovanni Rotondo. La confessione con Padre Pio, in uno di quei giorni, fu più lunga del solito; il Padre mi disse tante cose, tra l'altro mi avvertì che non avrei dovuto recarmi a Roma per il Capodanno, bensì a Bologna e aggiunse : “ Nell'anno 1968 dovremo lavorare molto…non abbiamo tempo da perdere ... etc. ”. Per gradi mi fu fatta luce sulle misteriose parole dettemi in quella confessione.Infatti nella notte fra l'8 e il 9 aprile 1968 al compimento del mio quarantaduesimo compleanno ebbe inizio la RIVELAZIONE, il Padre incominciò ad ispirarmi le pagine del " Quaderno dell'Amore ".
A fine aprile gli feci recapitare una copia manoscritta del 1° Quaderno dell'Amore, egli lo definì " Testamento promessa di Grazia " che si doneranno, attraverso lo spirito di queste parole, allo spirito dell'uomo che vorrà accoglierle con tutto l'amore del suo cuore .Mi raccomandò di pubblicarlo al più presto e di farlo giungere al Santo Padre, alla gerarchia ecclesiastica e al mondo.Il 25 maggio 1968 si doveva celebrare a St. Louis, Stati Uniti, una grande festa in onore del Sacro Cuore di Gesù. Padre Pio voleva farvi giungere per quella data il " Quaderno dell'Amore " e ne aveva incaricato un suo fervente figlio spirituale, il celebre compositore e direttore d'orchestra Alfonso D'Artega.Per motivi che non conosco il Maestro non poté partire ed il " Quaderno" non giunse in America per quella data. Il Padre ne fu molto addolorato perché affermava che le parole del “Quaderno” erano una “Promessa di Grazia del Cuore di Gesù” offerta al mondo senza pace.A Roma, nel mese di giugno 1968, gli amici carissimi Ugo e Cecilia Ammassari e Michele Famiglietti stamparono una prima edizione del " Quaderno dell’Amore " senza prefazione.Questo mi fu molto utile perché Padre Pio mi aveva raccomandato di farlo conoscere al più presto a Roma; il motivo di tale fretta lo capii ben presto. Una sera fui invitato a casa dell'Ing. P. Gasparri e, mentre presentavo ad uno scelto gruppo di persone la prima edizione del " Quaderno dell'Amore ", una signora molto addentro alla vita religiosa della capitale, esaminandolo, si meravigliò del mio appassionato appello all'amore del Cuore Immacolato, perché le risultava che, proprio in quei giorni, alcuni ecclesiastici avevano proposto di togliere la devozione e le immagini del Sacro Cuore dalle chiese; essi affermavano che tale devozione, nata all'epoca del giansenismo, non era più necessaria.Poco tempo dopo anche un altro caro amico mio e devoto figlio spirituale di Padre Pio, Primo Capponcelli di Decima di San Giovanni in Persiceto, si era assunto l'incarico di far stampare una seconda edizione del " Quaderno " . Io, nel frattempo, avevo insistito presso Padre Pio di togliere alcune parole e stampare anonimo; ma egli mi aveva risposto : “ Non devi togliere parola alcuna e poi perché stampare anonimo ? Devi stampare a tuo nome, metter le fotografie e la prefazione ”.Infatti la seconda edizione uscì completa con una breve prefazione in un forte numero di copie, nell'agosto 1968, ad opera della "Casa Editrice Istituto Padano Arti Grafiche" di Rovigo.In occasione del 50° anniversario delle sacre stigmate che ricorreva il 20 settembre, Primo Capponcelli organizzò un pellegrinaggio di giovani a San Giovanni Rotondo per ringraziare e festeggiare Padre Pio.Prese con sé molte copie del " Quaderno dell'Amore "
per presentarle al Padre e farle benedire ; inoltre, nella sua semplicità di uomo di Dio, pieno di fede e senza malizia, aveva iniziato a distribuirle ai fedeli che erano convenuti a San Giovanni Rotondo; ma improvvisamente, senza alcun motivo gli fu vietato di distribuirle e perfino di parlarne. Il Capponcelli, alla presenza di molti testimoni, difese accanitamente, ma invano il desiderio espresso da Padre Pio.Io invece il 20 settembre, per consiglio di Padre Pio, non mi ero recato a San Giovanni Rotondo bensì a Chianciano Terme col caro amico Michele Famiglietti di Roma. Prendemmo alloggio all'Albergo S. Antonio dove in quei giorni si trovavano, fra altri frati e sacerdoti, Mons. Giuseppe Bo e Mons. Leoncello Barsotti di Livorno. Al mattino del 21 alle Terme incontrai la Prof. Letizia Mariani di Bologna, una delle insegnanti che mi aveva preparato, nelle materie letterarie, all'esame di passaggio dalle Scuole Aldini al Liceo Scientifico, nel lontano 1943; fui felice di vederla e le feci omaggio di una copia del " Quaderno dell'Amore” ; ne fu sorpresa e commossa. Verso le ore 18 di quello stesso giorno, mi trovavo alle Terme Sant’ Elena con Michele; improvvisamente si fece presente a me Luigi, Padre Pio e mi disse : “ Devo anticipare la mia partenza per il Cielo per salvare il salvabile. Qui sulla terra non mi ascoltano più, neppure molti che si proclamavano a me fedelissimi. Non piangere ! Io ti seguirò dal Cielo ; la fede non c'è stata nelle parole a te date, parole che io ti dissi di chiamare " Testamento Promessa di Grazia ... ". Quello che si poteva salvare per mezzo del “Testamento Promessa” nel mese di giugno, ora ( settembre 1968 ) non si può più salvare. Gli scritti serviranno ugualmente per beneficio dei singoli ”.Il giorno successivo, 22 settembre, rimasi in albergo preso da una infinita tristezza, verso le ore 17, mentre riposavo nella mia stanza, feci un sogno rofetico : nel sogno mi apparve Padre Pio in mezzo ad un esercito innumerevole di angeli bellissimi ; egli era tutto splendente di luce e di amore. Si avvicinò e mi abbracciò affettuosissimamente dicendo : “ Figlio, figlio, figlio mio! Non devi piangere per la mia morte che ti ho annunciato ieri, rimani forte e coraggioso e sereno nella mia gioia : io metterò a tua disposizione il mio esercito di Angeli, essi ti obbediranno in tutto ! Io, Padre Pio, sarò sempre vicino a te, ti dirò quello che dovrai fare e dire per il bene tuo e di tutti coloro che vorranno accogliere le parole tue e mie. Porterò in Cielo il pensiero tuo, lascerò in Terra il pensiero mio! ”. Nel dire queste ultime parole, mi strinse forte la testa fra le mani avvicinandola alla sua; a quel conttto il mio cervello sembrò svuotarsi per riempirsi di una sostanza nuova. In quel momento Michele Famiglietti bussò ripetutamente alla porta della mia camera; mi svegliai con un fortissimo male alla testa, me la tenevo stretta perché avevo la sensazione che si dovesse staccare dal corpo. Pregai Michele di attendere perché non potevo muovermi, appena mi fu possibile gli aprii e alle sue domande ansiose risposi : “ Padre Pio è venuto ancora e mi ha lasciato una meravigliosa promessa ... ”.Passai la notte fra il 22 ed il 23 settembre quasi insonne; sentivo nel mio cuore la voce dolcissima del Padre che mi chiedeva di leggergli il " Quaderno " ed io lo lessi e lo rilessi fino all'alba. Al mattino speravo ardentemente di essere stato vittima di una uggestione, ma verso le sette mi chiamarono da Roma per dirmi che il grande cuore di Padre Pio aveva cessato di battere ! I Monsignori, i sacerdoti e vari frati ospiti dell'albergo fecero il possibile per confortarmi e dovettero ammettere che quanto io andavo dicendo da due giorni, era purtroppo accaduto.Nella stessa mattina ricevetti da Roma una seconda telefonata, era il Maestro Alfonso d'Artega che era stato incaricato da Padre Pio di portare in America il " Quaderno dell'Amore " entro il 25 maggio. Egli era profondamente commosso per la triste notizia e mi raccomandò di andare subito a Roma perché l'arcivescovo di Pittsburg, Mons. Nicholas T. Elko desiderava conoscermi e parlarmi di Padre Pio e dei " Quaderni ". Egli aveva parlatocon Padre Pio a San Giovanni Rotondo due giorni prima della morte. Insieme all'amico Michele partii per Roma; ebbi un lungo colloquio con Sua Eccellenza T. Elko nella sua residenza romana.Da Roma, assieme alla baronessa Remy, proseguimmo per San Giovanni Rotondo. Rividi per l'ultima volta il Padre amatissimo nel riposo mortale del suo corpo santo. In pochi attimi rivissi tutta la mia vita, difesa e diretta dalle ali dell'aquila del Cielo, venuta sulla terra a difendere i deboli; il Padre, che era stato il mio amico fedele, la mia forza, non parlava più. La mia aquila era ritornata nel suo regno.Poco prima di volare in Cielo, l'aquila del Cielo, aveva voluto lasciare il suo pegno d'amore ad un figlio suo rimasto sulla terra; il Padre amato mi aveva donato come pegno i " Quaderni dell'Amore ", dono d'amore al suo Luigi e a tutti i figli suoi che attendono di riabbracciare il loro amatissimo Padre in Cielo. Ricordavo il Cantico di Mosè: "Porgete orecchio, o Cieli, e Io parlerò; ascolta o Terra, ciò che la mia bocca proferirà. Scenda come pioggia la mia dottrina, stilli come rugiada il mio discorso, come pioggerella in sull'erbetta, come acqua sopra il prato, perché celebrerò il nome del Signore! Date gloria al nostro Dio! Egli è la roccia, perfetto è il suo operare. Tutte le sue vie sono diritte. Un Dio fedele, senza iniquità, tutto rettitudine e giustizia ". Stavo piangendo sulla salma del Padre, quando mi sembrò di riudire le sue dolci parole dettemi tanti anni prima : “ Perché hai pianto ? Lo sai che non mi piacciono i pianti ! ”. Mi asciugai le lacrime e ritornai subito a Roma. Il 17 ottobre 1968, il " Quaderno dell'Amore " e altri quaderni che stavo scrivendo in una maniera che aveva del miracoloso, giunsero nelle mani di eminenti teologi romani che mi ricevettero ed interrogarono, meravigliandosi che io sapessi tante cose segrete. Così si avverò quanto il Padre aveva predetto : “ I Quaderni dovranno giungere al più presto nelle mani di Sua Santità e della gerarchia ecclesiastica, il Papa e molti altri capiranno tutto ”. Io forse sono l’unico a capire meno di tutti però ho scritto in obbedienza a Padre Pio, per fede e amore a Dio, al Papa Paolo VI ed alla Santa Chiesa. |