La presente conferenza di Ravenna è stata l’ultima del Dott. Gaspari.
Il giorno 18 novembre 1995 Luigi si spense nell’ospedale di Cesenatico (FC).
Nel Cimitero della cittadina riposa in una cappella a lui dedicata.
Associazione “ Amare Ravenna ”
Ravenna, 3 novembre 1995
Ringrazio Don Zaccagnini di essere vicino a me. Egli mi ricorda il fratello, l'onorevole Benigno Zaccagnini, che ho conosciuto in giovane età a Bologna e che mi è rimasto sempre nel cuore per la sua onestà e per l'amore che aveva per il popolo e per l’Italia. Chiediamogli in questi giorni dei morti di aiutare gli Italiani a superare i problemi attuali con l'amore che egli aveva per tutti. Mi fa piacere trovarmi qui in questi giorni per ricordare tutti coloro che hanno sacrificato la vita per amore della Patria. Sono molti i ravennati che hanno avuto questo entusiasmo per l'Amore di Dio e per il ritorno dell'Italia all'ordine e alla pace.
Come molti di voi sanno io sono stato vicino a Padre Pio si può dire durante tutta la mia vita, perché mi recai da lui per volontà di mia madre all'età di 14 anni e poi, dopo che mi ebbe accolto come figlio spirituale, vi ritornai 14 anni dopo. Padre Pio mi volle tenere vicino, durante gli ultimi 14 anni della sua vita, insegnandomi tante cose e soprattutto facendomi conoscere la Sapienza di Dio che in lui era presente. Il padre possedeva una Regalità e una Sapienza salomonica, ed era questo ciò che mi attirava di più, non erano tanto i miracoli, che egli attribuiva unicamente a Dio. Quello che mi stupiva erano sempre le sue risposte illuminate. Con pochi monosillabi Padre Pio sapeva definire un'intera situazione.
Ogni tanto cerco di ricordare ciò che il padre prevedeva per il futuro dell'Italia e del mondo. Egli era molto preoccupato per il caos che aveva già messo le sue radici al tempo in cui egli era vivo. Il caos delle menti sempre alla ricerca di soluzioni che non fossero la Volontà di Dio per risolvere i problemi dell'uomo, senza tener presente che l'uomo è figlio di Dio e che la felicità può venire solo dall'intervento dell'Amore di Dio, perché Dio ha creato tutto per Amore. Padre Pio infatti diceva : « Se noi avessimo la volontà ferrea di ritornare all'Amore, tutti i problemi sarebbero risolti, perché Dio è Amore e noi non lo ricordiamo mai abbastanza ». Non ricordiamo che Dio è Amore forse perché in certi tempi la Chiesa ha un po’ esagerato con il timore, facendo dimenticare che l'Essenza di Dio è Amore. Ciò che mi ha affascinato maggiormente di Padre Pio, fin dal primo incontro, sono state proprio queste parole : «L'Amore di Dio è tutto e tutto si risolve sempre se noi crediamo e viviamo nel Suo Amore ». La vita è stata bella e semplice per me, ma la morte dei miei genitori mi mise in condizione di ripensare alle parole di Padre Pio: « L'Amore risolve tutto ». Io che mi trovavo confuso, senza più i miei genitori invita, mi sono aggrappato sempre di più a questa parola : Amore. Piano piano ho compreso che l'Amore è veramente la Vita di Dio in noi. Quando noi scopriamo questa presenza, la forza dell'Amore, ecco che non siamo più soli, non siamo distaccati dall'eternità, perché nell'Amore è presente l'Eternità di Dio e l'eternità nostra. Quindi si comincia a comprendere e a sentire che l'eternità è in noi e noi siamo nell'eternità. È un salto difficile da fare, ma con l'aiuto dei Santi come Padre Pio, diventa relativamente facile.
Quando noi abbiamo liti in famiglia o la morte di una persona cara, come può essere il padre o la madre, si avverte immediatamente il distacco della vita; sembra che la vita sia morta con loro. Ma poi, se noi pensiamo e riusciamo a credere che Dio è Amore, ecco che la vita continua dentro di noi, anzi, avremo dentro di noi anche la vita di coloro che ci hanno amati e temporaneamente ci hanno lasciati. Questo è stato il frutto del mio ritorno da Padre Pio, quattordici anni dopo il primo incontro, appunto perché avevo perduto il mio amatissimo papà
E così, piano piano, la grande scoperta dell'Amore di Dio non mi ha lasciato più e nell'Amore di Dio ho cercato di vivere i miei anni di età matura fino ad oggi. E infatti comprendo di essere stato privilegiato in questo, non nelle tribolazioni, perché di quelle nessuno è privato, ma nella certezza di essere amato da Dio, la certezza che tutti gli uomini devono credere in questo Amore per avere la sicurezza di essere nati per uno scopo ben preciso, uno scopo validissimo che è quello di imparare ad amare Dio, noi stessi ed il prossimo. Questo è veramente tutto, ma in questo tutto è necessario vivere seriamente senza mai retrocedere, senza mai farsi cogliere dal dubbio. Anche la morte stessa non esiste quando noi esistiamo e viviamo nell'Amore di Dio. Queste cose le dico per esperienza, non per fanatismo. Per due volte sono stato malato e non si era neanche certi che sopravvivessi; ma in questo quasi incontro con la morte ho sentito quello che dico da vivo, cioè pienamente cosciente, che la presenza di Dio non fa sentire la pesantezza della morte, anzi, fa sentire la gioia di un'unione maggiore con Dio e con il tutto.
Quindi consiglio a tutti voi di meditare sul libretto molto importante che si chiama “Quaderno dell'Amore”, che è stato il risultato della mia vita accanto a Padre Pio. Lo Spirito Santo volle che io lo scrivessi anche per raccomandazione del padre, perché egli diceva: «Verranno giorni così difficili per il mondo, per la Chiesa, per cui gli uomini cominceranno ad abbandonare completamente l'Amore di Dio ed a cercare nel materialismo la soluzione dei problemi che è impossibile risolvere ». Questi problemi oggi li tocchiamo con mano e vediamo come l'uomo non abbia ancora potuto credere veramente alla possibilità di risolvere tutto attraverso l’Amore di Dio. Ma l'Amore di Dio è anche Provvidenza, è capace di creare la luna, tutto ciò che noi cerchiamo, anche i beni materiali necessari alla sopravvivenza. Questo Dio così amoroso non ci farebbe mancare nulla. Come vediamo, nei secoli ha provveduto a migliorare la vita degli uomini. Ma gli uomini non si accontentano mai. Vorrebbero tutto e subito e non hanno la pazienza di attendere, di crearsi una specie di merito, cioè il merito di amare Dio con tutto il loro cuore.
Oggi mi sono convinto, dopo 42 anni di vita accanto a Padre Pio, che non esistono problemi, esiste“ il problema ” : l'Amore a Dio.
Io non mi sono mai dedicato molto all'aspetto carismatico, miracoloso di Padre Pio perché, come dico, ero attratto dal suo insegnamento, da ciò che emanava da lui attraverso l’amore e la sapienza. Mi sembrava che questo fosse ancor più importante dei miracoli che egli riusciva ad ottenere da Dio. Il padre mi faceva capire che il miracolo è sempre opera della nostra conoscenza d'amore, della nostra capacità d'amare con tutto il cuore il nostro Dio. Pensare a Dio come Amore, sembra quasi un'illusione, ma poi ci si accorge, se si ha la perseveranza di amarlo, che non è illusione, ma è una grande realtà. Infatti un atto d'amore ottiene spesso quei mutamenti che noi riterremmo impossibili. Padre Pio voleva convincermi che non solo lui poteva ottenere da Dio questi mutamenti, ma che anche noi; anch'io in particolare mediante l'Amore, avrei potuto ottenere guarigioni, cambiamenti,soluzioni di tanti problemi. Ma io sono stato sempre piuttosto modesto per me stesso, non mi sono mai creduto un carismatico;Padre Pio invece mi spingeva a credere nelle possibilità anche mie. Solo dopo la sua morte ho sperimentato con certezza che quando si desidera con amore la salute del nostro prossimo, la conversione del nostro prossimo, che è la cosa principale, quasi sempre si ottiene. Dipende dall'intensità della nostra volontà d'amore; ecco se io dovessi dire che cosa ho imparato da Padre Pio, oltre a tante altre cose. L'essenza però è tutta qui: ho imparato a credere nell'Amore di Dio.
Tutti crediamo apparentemente all'Amore di Dio, ma non è così facile; perché, se partiamo dalla ragione, diventa difficile quando, guardandoci intorno, si vedono ancora tante ingiustizie, tante situazioni che non ci fanno certo pensare all'amore. Se noi invece guardiamo con più intensità al nostro cuore ci accorgiamo delle infinite possibilità che ha ma che noi ancora non abbiamo cercato di mettere in atto. Abbiamo usato molto il cervello, il pensiero, per cercare di raggiungere elementi materiali che ci sembrano i migliori, ma non abbiamo usato il cuore.
Padre Pio ci ha insegnato la grande devozione al Cuore di Gesù, ma non al Cuore di Gesù come sdolcinatezza, con pensieri che possono sembrare inutili; ci ha insegnato ad amare il Cuore di Gesù perché da questo Cuore si risveglia il nostro cuore. Il nostro cuore dovrebbe diventare tutt'uno con l'Amore del Cuore di Dio Creatore. Queste fiamme di Amore del Cuore di Dio devono diventare una fiamma sola col nostro. E allora, in questa unione perfetta, si capisce quanto può il cuore di un uomo unito nell'Amore al Cuore di Dio. Questo era certamente il principale segreto della potenza di Padre Pio, dell'autorità che egli aveva in mezzo agli uomini e nella Chiesa tutta. Egli si era fuso nell'Amore di Dio e in questa fusione poteva vedere tutte le lacune e tutti i pericoli che oggi ci sono nel mondo. I pericoli di guerra, i pericoli di fine di un'era relativamente bella, perché abbiamo vissuto subito dopo la guerra un miracolo economico che sembrava veramente un dono di Dio. Abbiamo sprecato, però, questi doni andando oltre, cercando qualcosa che Dio non poteva darci, cercando nel materialismo la soluzione di tutto ciò che troviamo solamente nello Spirito e nell'Amore di Dio. Oggi, mi diceva anche un vescovo, non è più possibile risolvere i problemi della Chiesa e del mondo se non per mezzo dell'Amore. E questo Padre Pio me lo insegnò fin dalla prima volta che andai da lui all'età di 14 anni. Egli disse che Gesù aveva stabilito del mio avvenire. Ed io mi preoccupai perché non riuscivo a capire che cosa fosse questo avvenire. Ma poi, ritornando da lui a 28 anni, fino ai 42 è stata una ripetizione continua della Volontà di Dio di portare l'Amore nel mondo, perché era questa la condizione indispensabile perché Dio potesse piegarsi ancora e cercare di salvare gli uomini, perché lo aveva promesso a Noè: non più diluvio ma Amore, l'Arcobaleno. L’Arcobaleno di Salvezza debbono essere i sette colori dell'Arcobaleno, i sette Doni dello Spirito Santo che devono entrare in noi per mezzo dell'amore che sappiamo dare a Dio e che sappiamo ricevere da Dio. Questa veramente è la via più semplice, ma sembra anche tanto difficile agli uomini. Io la vedo semplice perché mi sono impegnato tutta la vita a seguire questo grande uomo e in lui a seguire lo Spirito Santo. Quindi mi è sembrato che fosse facile e credo veramente che tutti gli uomini un giorno scopriranno che la via veramente facile per trovare la pace, per dar senso alla nostra vita, e anche felicità, sia proprio scoprire che Dio ci ama, cercare con tutte le nostre forze di amarlo e in Lui amare tutti i nostri fratelli. Questa è la via che rende bella la vita, la rende ricca di grazie e meravigliosi doni. Ma, purtroppo, non ci sono molti ancora fra i laici che possano farsi apostoli di questa Verità, di questa semplice e grandissima Verità che Padre Pio è venuto a rinnovare così come Cristo era venuto a portare il suo grande Amore.
Parlare delle profezie di Padre Pio è un po’ più difficile perché egli vedeva tutto nella Luce del Segreto di Fatima. Padre Pio conosceva perfettamente tutto ciò che era accaduto a Fatima, perché lui stesso era stato scelto per portare sulla Terra quell'annuncio che doveva essere il rimedio ai pericoli che sta correndo l'umanità, i pericoli di essere tanto divisi, di essere atei, di allontanarsi da Dio. Padre Pio ha avuto appunto le stigmate quasi nello stesso tempo in cui la Madonna appariva a Fatima nel 1917-18. Quindi Padre Pio aveva il compito di annunciare questo Segreto, per preparare le vie che dovevano riportare nella Chiesa e nel mondo quella serenità e quella pace di cui oggi ci rendiamo conto che c’è necessità. Allora ci parlava spesso del Segreto di Fatima, ci diceva che ha una parte molto positiva e una parte più negativa che sarebbe il pericolo per l'umanità di essere travolta dalle forze sataniche che sono le vie materialiste. Per rimediare al materialismo, egli diceva, occorre chiedere alla Madonna un ritorno all'Amore pieno di Dio. Attraverso questo Amore predicato e portato nella Chiesa e nel mondo noi riceviamo da Maria e da Gesù la speranza che questo mondo si può cambiare; non solo si può cambiare ma si può preparare a quell'era meravigliosa annunciata anche dal Concilio Vaticano II che è tanto amata da Paolo VI: l'era della Civiltà dell'Amore. La Civiltà dell'Amore sarà certamente una realtà, solo a condizione che noi accettiamo con molta semplicità di amare Dio e il nostro prossimo.
La Civiltà dell'Amore era tutta la gioia di Paolo VI, oltre che di Padre Pio.
« Paolo VI -diceva Padre Pio -sarà il primo a rallegrarsi per quelle parole del Quaderno dell'Amore da te scritte per Volontà dello Spirito Santo.
Il Papa deve quindi ricevere questo libretto al più presto».
Io, purtroppo, non sono mai stato un intrallazzatore capace di buttarmi avanti nelle cose. Avevo moltissimi amici di alto livello però non li ho mai usati per dei fini miei personali e quindi bisognava proprio che accadesse qualcosa che mi spingesse. Infatti, subito dopo la morte di Padre Pio nell'ottobre del 1968, feci un sogno: la Madonna mi apparve col Quaderno dell’Amore per dirmi « Adesso, finalmente, il Papa è in possesso del Quaderno». Un sogno però seguito da fatti concreti; infatti l'indomani ricevetti una telefonata da Roma. Era un amico ingegnere che lavorava in Vaticano, l’ingegner Rosolia. Questo ingegnere faceva parte di un gruppo di preghiera al Santissimo ed era seguito da un Monsignore, un certo Monsignor Vincenzo d'Andrea, residente a Roma in via dei Villini, dove c'era la Chiesa dell'Adorazione Perpetua. L’Ing. Rosolia mi disse: « Sai, ho dato il tuo Quaderno al Monsignore d'Andrea e subito me ne ha chiesto un altro da portare al Santo Padre perché noi, durante l'Adorazione, leggevamo qualche riga del Quaderno e lo meditavamo ». Monsignor d'Andrea, molto amico di Paolo VI, e credo che per un tempo sia stato anche il suo confessore, mi telefonò per dirmi di aver portato questo libro al Santo Padre il quale l'ha letto e riletto e poi ha detto: « Che bello questo Amore tra Padre e Figlio! Non c'è nessuna parola da togliere. Io lo leggo tutti i giorni, poche righe, centellinandolo come il Vin Santo perché, come il Vin Santo, queste parole possono portare la salute allo spirito e al corpo ».
Poi il Santo Padre mi pregò di pregare per lui perché soffriva molto di artrosi e di tanti altri mali mandandomi anche una ricetta, sapendo che ero farmacista. Il Santo Padre disse: « Io credo solo nell'Amore più che nelle medicine, perché l'Amore può veramente guarire il corpo e lo spirito ».
Questa affettuosità e umiltà del Santo Padre Paolo VI mi commosse
veramente. Paolo VI volle allora donarmi una collezione di oggetti d'arte che aveva ricevuto in dono affinché fosse trasformata in tanti Quaderni dell’Amore per inviarli nel mondo intero. Ma io purtroppo non ho mai avuto l’abilità di approfittare; ho lasciato passare il tempo e non ho fatto niente. Poi, naturalmente, mi sono pentito perché, effettivamente, mi sarebbe stato anche utile il dono del Papa. Ma il mondo è difficile specialmente quando si deve porgere l'aiuto agli uomini; il demonio non si ferma e quindi dopo Paolo VI ho trovato anche delle difficoltà, forse per colpa mia, perché come dico, per difendere la verità bisogna avere anche un'abilità particolare che io forse non ho avuto. Ma, comunque, di positivo c'è che questo libretto vive ed è cercato un po’ in tutto il mondo ed occorrerebbero grandi mezzi per poterlo diffondere. Io, nel mio piccolo, ho fatto qualcosa ma non abbastanza. Sono stato invitato in Russia l'anno scorso, dall'Accademia delle Scienze ed a Zagorsk, che sarebbe il Vaticano russo. La mia sorpresa è stata un'accoglienza calorosissima da parte di questi russi e mi sono veramente meravigliato che sapessero della mia esistenza perché io non ho fatto propagande particolari, ma stranamente a Zagorsk il rettore mi ha presentato come un vero profeta. Dunque, vedete, quando Dio vuole una cosa, anche senza grandi mezzi questa cosa vive.
La Polonia ama tanto questo libretto e sono venuti dei giovani mandati da un santo sacerdote che vorrebbe che tanti Quaderni fossero spediti in Polonia, perché anche lì hanno problemi economici; in Russia problemi economici, in altri paesi problemi economici, quindi io ho cercato di fare quel che ho potuto, ma non ho mai avuto l'abilità di far soldi e quindi, con qualche piccolo aiuto di povera gente, perché sono stati i poveri a sostenermi, i ricchi spesso hanno altre cose da fare, sono riuscito a spedire alcuni Quaderni un po’ in tutto il mondo.
I risultati sono stati meravigliosi; un vescovo africano ci ha detto:«Bisognerebbe tappezzare l'Africa di questi libretti perché operano miracoli nei cuori degli uomini, perché è un'essenza del Vangelo, dell'Amore di Dio messo al primo posto, così come ha detto il Concilio Vaticano II ».
Paolo VI ci aveva detto che il Quaderno dell’Amore era la sua più grande gioia, perché egli credeva nel primato dell'Amore e noi sappiamo che il grande dono del Concilio è stato proprio di mettere l'Amore al primo posto, al contrario di ciò che era stato fatto al Concilio di Trento. Quindi, in virtù di questo grande Amore, noi oggi siamo in linea con la Santa Chiesa e dobbiamo lavorare perché solo con l'Amore si può salvare il mondo.
Paolo VI è stato un grande Papa, un mistico straordinario e anche lui aveva dei carismi straordinari che ho scoperti incontrandolo. Era tanto modesto e tanto umile che non li faceva vedere. La cosa più grande che mi è successa con il papa accadde perché non mi decidevo, nonostante la presenza di mio cugino l'arcivescovo Monsignor Gaspari alla Segreteria di Stato, a farmi ricevere dal Papa, anche se telefonicamente me lo aveva fatto sapere tramite Monsignor D'Andrea. Il primo dell'anno del 1975, tornavo dalla Grecia a Roma, ero andato a letto verso le quattro del mattino. Durante la notte sognai Paolo VI che mi disse: « Domani è il primo mercoledì dell'anno e desidererei tanto che tu venissi finalmente a trovarmi ». Il ragazzo dell'albergo che si chiamava Gaspare, come uno dei Re Magi, ed era tanto affezionato a me, mi chiamò verso le sette e mezzo portandomi il giornale dove c'era l'immagine del Papa. Io gli dissi : « Ti ringrazio del giornale, però le fotografie del Papa qui a Roma non è che siano una cosa tanto eccezionale ». Ma immediatamente collegai la cosa al sogno. Il Papa vuole proprio che io mi alzi, pensai, perché se avessi badato alla stanchezza avrei dormito fino a mezzogiorno. Mi alzai in fretta, mentre mi rendevo sempre più conto che era un vero richiamo; andai con un taxi da Santa Maria Maggiore, dove alloggiavo, sino al Vaticano. Lì c'era una folla enorme, mi misi in fila per entrare alla Sala Nervi senza però la speranza di avvicinare il Papa. Improvvisamente, una guardia svizzera a me completamente sconosciuta, mi prese per un braccio e mi disse: « Per lei c'è un invito »; mi portò all'ingresso dal quale si raggiunge il palco della Sala Nervi dove c'erano tante personalità politiche, ambasciatori, che aspettavano di fare gli auguri al Papa. Questo è stato un prodigio straordinario operato da Paolo VI proprio per potermi parlare da vicino e dirmi tante cose belle e specialmente per ringraziarmi per il “Quaderno dell’Amore”.
Come vedete, scoprire la grandezza di un uomo è difficile, se l'uomo stesso non decide di aprirsi, perché è l'Amore che ci fa svelare chi siamo e quanto possiamo; quando un uomo ama non ci sono limiti alle sue possibilità e anche Paolo VI me lo ha dimostrato.
Poi il Papa mi disse che nessuno avrebbe potuto arrestare il cammino dell'Amore perché Dio lo voleva. Dio vuole salvare il mondo e il mondo si può salvare solo mediante la forza invincibile dell'Amore. Tutti i popoli di questo mondo sono in guerra perché non hanno messo al primo posto l'Amore; quando l'Amore avrà il posto che gli spetta, allora il mondo troverà pace e comprenderà che era tanto stupido combattersi per poche cose materiali che Dio, quando è amato, può ricreare all'infinito per ognuno di noi.
In Russia dove sono stato ho visto quanto gli uomini desiderano ritornare all'Amore, ritornare a Dio, perché i popoli slavi sembrano, ancora più di noi, assetati di Amore, di bontà e di dolcezza. E infatti, avevamo stampato cinquemila Quaderni tradotti in russo, ma li abbiamo esauriti in un attimo e purtroppo non abbiamo potuto stamparne altri perché in Russia è estremamente difficile e costoso farlo. Ma lì ce ne sarebbero voluti milioni, perché tutti erano avidi di avere il Quaderno dell’Amore. Ho capito allora che gli uomini devono tutti prima o poi risolversi ad innalzare l’Amore di Dio e allora tutte le tenebre dell'Europa e del mondo svaniranno. Perciò, come diceva Paolo VI, come dice anche l'attuale Papa Giovanni Paolo II,è urgente operare per la “Civiltà dell'Amore”.All’ONU il Santo Padre ha detto che al di là della Civiltà dell'Amore c'è il regno di Satana che attende .
Anche l'America ricca, senza i problemi dell'Europa, ha però il grande problema della delinquenza. I giovani di oggi percorrono le strade di Miami o di altre città sparando come se andassero a caccia del cervo ed uccidono uomini come uccidevano prima gli animali. Quindi, se noi aspettiamo ancora, finiremo per essere tutti animalacci che si uccidono per una piccola cosa oppure per un pezzo di pane. Ognuno di noi ha questa grande responsabilità di crescere nell'Amore. Dobbiamo ogni giorno amare un poco di più; allora potremo sentirci soddisfatti e non essere inutili. Dio vuole che noi siamo fatti perfetti. Il Vangelo ci dice : “ Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro”.Una volta Padre Pio mi disse: « La casa di Luigi di Bologna deve essere la casa dei perfetti ».In quel momento mi spaventai e gli dissi : « Ma Padre per me è impossibile! » Ma poi mi ricordai le Parole del Vangelo: noi siamo perfettibili, anche se non siamo perfetti. Siamo perfettibili e possiamo diventare perfetti quando nel nostro cuore facciamo sgorgare l'Amore che Dio ci vuol donare in abbondanza e senza sosta. Allora potremo dire che siamo sulla via della perfezione.
Ma oggi c’è la disperazione, l'infelicità che nasce in noi, anzi la paura, perché oggi si comincia ad avere paura dell'uomo. L'uomo ha paura dell'uomo; perché ? Perché ogni volta che noi non riusciamo a compiere un atto d'amore, il nostro prossimo diventa per noi un possibile nemico. Nemico l'abbiamo creato noi, perché non gli abbiamo dato l'amore che è nostro dovere donare a tutti. Quando noi avviciniamo le persone, anche le più cattive, con amore, l'amore può fare il miracolo di renderle buone. E quante volte nella vita abbiamo sperimentato il peggioramento della situazione quando non abbiamo messo al primo posto l'amore.
Una sera per esempio mi trovai solo nella mia casa di Bologna, suonò il campanello; aspettavo degli amici. Invece degli amici mi si presentarono due facce equivoche che non conoscevo. Domandai loro che cosa volessero e allora aprirono con la forza la porta ed entrarono con l'intenzione di rubare.
Io li feci accomodare e dissi loro : « Che cosa volete da me ? ».
« Ah ! - dice uno-vediamo che qui ci sono delle cose ».
« Prendete quello che volete, tanto voi siete più forti e non vi posso trattenere, però soldi non ne ho, se li avessi ve li darei . Guardate intorno quello che vi piace e prendetevelo ». Ma lo dissi così, con molta disinvoltura.
Insomma quei due ragazzi, piano piano, si ammansirono e se ne andarono.
Non sempre accade così, ma quella sera accadde così perchè io ero completamente distaccato e disinteressato e quei ragazzi non mi facevano paura proprio perché, anche se mi avessero preso degli oggetti, in quel momento non mi interessava niente. Invece quando noi diventiamo aggressivi perché vogliamo difendere a tutti i costi i nostri diritti, spesso accade che invece di difenderli li aggraviamo e perdiamo anche il diritto di essere difesi. È difficile amare, ma è necessario, perché è l'unico modo per evitare il disastro che si sta profilando nell'economia italiana, in questa divisione fra destra e sinistra, sempre più grave. Oggi bisogna vincere l'eventuale potenziale nemico o colui che noi consideriamo tale solamente con l'amore. E quindi l'amore non è un'illusione, è la soluzione di tutti i problemi. Io l'ho sperimentato praticamente, ed oggi continuo a parlare, anche se sono in età abbastanza avanzata, proprio perché sento l'esigenza di aiutare il mio prossimo a prendere le armi dell'Amore a Dio, dell'amore al prossimo, perché sono armi invincibili. Abbiamo avuto le prove dei grandi Santi che hanno convertito le persone a volte più perfide facendole diventare Apostoli dell'Amore.
A San Giovanni Rotondo, ai miei tempi, ne ho viste tante di queste trasformazioni. E quindi perché non dobbiamo operare anche noi, in questa bella città di Ravenna per trasformare le persone più agguerrite, più decise a voler stravincere gli uni sugli altri a vincere un'unica battaglia, che è la battaglia per mutare tutto in Amore ?
I romagnoli li conosco bene e li ho sempre tanto amati fin dai tempi dell'università ed ho visto in questa gente una capacità d'amare non comune. Padre Pio amava moltissimo l'Emilia e la Romagna perché vedeva nei cuori questo fuoco divoratore che è il Fuoco dell'Amore di Dio che deve divampare per insegnare a tutti gli italiani, a tutta l'Europa ad essere amici in un'unica volontà, anche se di diverse idee, ma avendo sempre nel cuore la volontà del trionfo dell'Amore.
Sono contento di essere venuto qui stasera in mezzo ai miei amatissimi romagnoli. Anch'io adesso vivo più spesso in Romagna che non a Bologna per ragioni di salute, essendo sofferente d’asma. Vivo infatti a Cesenatico, proprio vicino a voi. Spero di rivedervi in questa bella città di Ravenna o dalle mie parti, per stabilire questo rapporto d'amore e per trasmettervi la grandezza di Padre Pio che è grandezza d'Amore. In Padre Pio troverete sempre l'amico fedele. Vi ritroverete tutti figli spirituali, perché essere figli significa amare, non si può essere figli di Dio e figli di un Santo se non c'è l'amore. E quindi anche coloro che non l'hanno conosciuto possono avere questo nome : figli, perché Padre Pio diceva : « Io mi considero Padre di tutti coloro che sono convertiti all'Amore, perché la conversione all'Amore è la conversione a Dio». Quindi nelle vostre case, in questa città, nelle vostre parrocchie diffondete l'amore e diffonderete la pace, la ricchezza e la prosperità perché i beni anche materiali di cui giustamente tutti abbiamo necessità sono frutto dell'Amore di Dio. Vedete Padre Pio, solo amando, quanti beni materiali ha attirato per la costruzione di quell'enorme clinica che è ammirata in tutto il mondo.
Ravenna deve allora diventare il fuoco unico d'Amore per dare l'esempio a tutta l'Italia.
Che la Benedizione di Padre Pio e di tutti i Santi sia su di voi e rimanga sempre.
Diciamo una preghiera ad onore dei Santi e dei nostri morti e in particolare anche per l'On. Zaccagnini che era tanto caro a noi.
O Divino Amore, Spirito Paraclito
Credo che colui nel quale tu abiterai, è reso da Te domicilio del Padre e del Figlio.
Beato chi merita di averti ospite, perché metteranno in essi la loro dimora, anche il Padre e il Figliolo.
Vieni, o Spirito Santo, donaci Amore alla Tua Verità che ci fa felici anche in questa vita…..
C.D.O.L.G.
Comitato Diffusione Opere Luigi Gaspari
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