Castello Svevo - Sala Rossa
Conferenza di Luigi Gaspari
Barletta 14 ottobre 1995
Cari amici di Puglia, sono commosso di trovarmi qui in questa terra che ho cominciato a frequentare all'età di 14 anni,e poi da 28 fino a 42. Mi sento un po' cittadino pugliese perché qui ho incontrato il mio maestro spirituale, Padre Pio da Pietrelcina e poi i migliori amici e collaboratori che come angeli sono venuti da me a Bologna a darmi una mano in questa mia difficile missione di portare l'amore nel mondo.
Ecco che io devo ringraziare tutta la Puglia perché l'animo di questa gente ha radici nella civiltà, quella vera: la civiltà antica di Grecia, di Etruria dove l'uomo ha potuto col linguaggio conquistare la terra che Dio gli ha messo a disposizione e renderla un luogo di felicità.
Noi sappiamo che questa felicità è venuta dal linguaggio greco ed etrusco. È il linguaggio che porta la civiltà, e la terra pugliese ha avuto il massimo, come diceva Padre Pio: "Voi del Nord, che vi date tante arie, non riuscite a riconoscere che la vera origine della vostra civiltà è proprio qui, in questa terra meridionale dove si sono incontrate tutte le civiltà dalla Grecia in poi". Ecco perché a voi è più facile comprendere anche il mio linguaggio che ha radici profonde nel cristianesimo e specialmente nel Vangelo di Giovanni.
Io non ho inventato niente, ho solo cercato, per volontà di Dio, di esporre il Vangelo dell'amore così come in origine Dio voleva che fosse. Poi gli uomini hanno preferito dilungarsi nel potere della legge perché la maggioranza, anche nella penisola italiana, era ancora un po' barbara e quindi comprendere la grandezza dell'amore di Cristo era quasi impossibile alle genti.
Cristo era venuto per portare l'amore nel mondo ma il popolo ebraico era talmente identificato coi comandamenti di Mosè che non riusciva ad afferrare questo linguaggio, anzi lo riteneva eretico quando Cristo invece aveva detto: "Non sono venuto ad eliminare la Legge ma portarla a compimento". Noi sappiamo che il compimento è l'amore perché la legge, presa in se stessa senza il compimento dell'amore, diventa quasi l'imposizione di una volontà di dominio. Ma Dio non vuole dominare l'uomo, Dio lo vuole aiutare a capire quale è il linguaggio del bene, il linguaggio dell'amore. E allora ha mandato Cristo dopo Mosè appunto perché, come è scritto nel vangelo di Giovanni, a Mosè fu data la Legge e Cristo è venuto a portare l'amore, quindi la resurrezione.
Il potere della legge, noi abbiamo visto in duemila anni, è stato assunto da uomini non sempre santi ma più spesso desiderosi di dominare l'uomo. Quindi niente di meglio per costoro che farsi tutori della legge e, per mezzo di questo ufficio di legalità, dominare l'uomo, schiacciarlo invece che educarlo e farlo risorgere nell'amore di Cristo.
Io mi sono trovato in questa enorme difficoltà avvicinando Padre Pio nel 1940. Ero un ragazzino molto docile, mansueto e desideroso di osservare al cento per cento la legge, cosa che non è sempre facile, anzi è molto difficile ma pur di vedere soddisfatta la mia mente e il mio cuore mi impegnavo eroicamente a non commettere peccati, appunto come diceva la Santa Chiesa. Recandomi da Padre Pio mi resi conto che purtroppo, nonostante i miei sforzi, ancora mi mancava molto. Padre Pio mi cacciò dicendomi: "Vattene, ti devi preparare meglio". Provai una crisi profonda, ma il giorno dopo Padre Pio mi accolse con un amore eccezionale e mi volle fare suo figlio spirituale.
Perché Padre Pio era così esigente, a volte così terribile da mettere in crisi anche un ragazzino come ero io? Capii in seguito che lo faceva per ottenere il massimo in pochissimo tempo: con un monosillabo egli riusciva a mettere in crisi un'anima che forse si era presa troppa confidenza con Dio.
Padre Pio era più per il timore, in un primo tempo, e non per l'amore verso Dio e col timore suscitava un desiderio di amore. Infatti in me nacque questo desiderio di essere amato da Dio, da Padre Pio che prima forse non avevo e questa bastonata ebbe dei frutti positivi.
Al ritorno a Bologna cercai di mettere in pratica quello che il Padre mi aveva insegnato ma mi accorsi che non ero ancora capace. Egli allora, con una lettera, dopo tre mesi mi fece sapere che dovevo prepararmi, studiare seriamente perché Dio aveva stabilito del mio avvenire. Questa fu la frase che mi assillò e che io cercai di dimenticare nascondendo tutto ciò che Padre Pio mi aveva fatto sapere. Cercai solo di mettere in pratica la volontà di Dio di studiare; riuscii a fare sforzi enormi e a prendermi la laurea in farmacia ma l'appuntamento era segnato, era segnato perché dopo la morte del mio amatissimo buon papà avrei dovuto ritornare a San Giovanni Rotondo a conoscere questa Volontà di Dio già stabilita.
Padre Pio mi accolse 14 anni dopo il primo incontro dicendomi: "Sei qui finalmente", ma non mi rivelò qual'era la Volontà di Dio. Così questa volontà di Dio rimase un mistero fino a quando, poco prima della sua morte, egli mi disse che io ero il Bambino di Gesù, di Maria e suo.
Lo rivelò anche ad altre persone e sacerdoti, creando una problematica immensa.
Immaginatevi che io ero un ragazzo pieno di gioia di vivere e non avevo nessun desiderio di farmi religioso, ma di servire Dio come tutti gli uomini da laico, da uomo sposato con figli per fare contenti anche i miei genitori. Invece Padre Pio disse che i miei piani erano sbagliati e che la Volontà di Dio era che io mi mantenessi libero, perché solo nella libertà piena avrei potuto fare, compiere la Volontà di Dio su di me che era appunto quella di insegnare agli uomini ad amarsi, di portare l'amore nel mondo. A questo ero stato destinato fin prima della nascita ma io non riuscivo a capire esattamente che cosa fosse questo Bambino di cui lui parlava e riguardo al quale molti ancora oggi mi domandano. Io ho cercato di spiegarlo in mille modi perché sono un'infinità le forme per definire questo Bambino, quasi tutte scritte nelle Sacre Scritture, ma voglio fare ancora un ultimo tentativo di spiegare con più semplicità questa verità che è costata tutta intera la mia libertà di uomo.
Io sono nato con un destino e questo destino riguarda tutti voi. Riguarda tutti voi perché io sono la vostra voce, come diceva Padre Pio, la voce della libertà, la voce dell'amore. Era difficile comprenderlo a 14 anni, a 28, a 42, perché l'istinto di conservazione che era anche in me, mi portava a fare progetti come tutti gli uomini sulla propria vita, a progettare una vita felice. Non mi mancava niente per essere felice: avevo dei genitori pieni di amore, pieni anche di benessere e mio papà voleva comprarmi una farmacia e vedermi felice con una bella sposa. La mia mamma m'aveva insegnato la Sapienza Divina e umana e quindi vivevo veramente felice. Non sapevo che cosa Dio volesse aggiungere a quello che già m'aveva dato, ma avevo capito che voleva darmi una grande responsabilità che poi, piano piano, mi ha investito e tutt'oggi mi porta a fare ancora dei sacrifici incredibili.
Quindi, io che sono stato chiamato, che ho saputo fin dall'età di 14 anni che Dio voleva che io mi impegnassi in questa attività, non ho potuto e non ho voluto rinunciare a questa Volontà di Dio perché amo l'umanità e desidero che essa sia libera e felice.
Un tempo ero molto modesto, non so se oggi lo sono ancora perché la necessità di parlare di me è stata enorme e quindi ormai mi sono abituato anche a dire di me senza nessun problema. Fino a pochi anni fa non parlavo di me perché mi pareva un atto di orgoglio, ma così non è perché solo dicendo quello che Dio vuole da me posso dire quello che Dio vuole da voi. Io non sono altro che uno di voi scelto come Bambino per poter penetrare nei vostri cuori e dirvi con certezza qual’è la Volontà di Dio, come Dio può e vuole liberarci dall'incubo di un massacro generale che si sta prospettando nel mondo.
Ecco allora che ritorniamo a questo Bambino che tutti vogliono sapere chi è, che cosa è, che cosa deve fare.
Padre Pio mi fece sapere che nelle Sacre Scritture era "tutto scritto". Io che conoscevo poco o niente la Bibbia ero molto imbarazzato perché la Bibbia, dicevano ai miei tempi, era difficile da leggere e da capire: perciò non l'avevo mai letta. Poi Padre Pio mi portò sulla strada della "decima" dicendomi: "Tu sei la decima delle decime". Che cosa fosse questa "decima delle decime" non mi era ben chiaro, ma poi trovai scritto che Abramo doveva dare a Melchisedech, il re di giustizia e di pace inviato dal signore, la decima di tutto. Ma la decima delle decime era solo per Dio: un figlio, su dieci figli, che doveva obbedire solamente a Dio; la decima delle decime rappresentava la libertà di Dio.
Dio si faceva voce sulla terra attraverso la Sua decima delle decime che non era legata all'obbedienza ad Abramo. Le altre nove decime invece erano gli strumenti di amore e di giustizia nelle mani di Abramo stesso.
Ecco come nasce il Bambino: come "decima delle decime".
I miei genitori, da San Felice sul Panaro – Pavignane dove passai i primi anni della mia infanzia, si trasferirono per consiglio di Padre Pio in un'azienda molitoria a San Matteo della Decima e Padre Pio mi disse che quel paese era il simbolo di una realtà che riguardava me, ultimo di dieci figli.
Ma poi questi discorsi di Padre Pio passavano così… Io brevemente mi ci soffermavo perché ho sempre avuto la tendenza a non esaltarmi di me stesso e quindi continuavo la mia vita di lavoro a Roma e in altre parti d'Italia, sempre a contatto con gli uomini per aiutarli come potevo, senza però credere di avere né carismi né doni speciali.
Finché arrivò il 1967, quando Padre Pio cominciò ad essere ancora più chiaro: "Ricordati che, dopo la mia morte, con le tue sembianze il Signore parlerà all'umanità". Egli diceva che ciò sarebbe avvenuto per richiamare tutti all'amore, perché nel terzo millennio sarebbe cominciata l'era della civiltà dell'amore, come affermato da Paolo VI° e dal Concilio Vaticano II°. Anche attraverso le parole di Papa Paolo VI capii meglio quali fossero le mie responsabilità.
Il Signore era stato molto abile nel non farmi conoscere subito quanto grande fosse il mio impegno e quanto gravi le mie responsabilità facendomi incontrare uomini abituati a dominare il prossimo, a gestirlo. Io invece, nelle condizioni in cui mi aveva messo Dio, non dovevo essere gestito, non dovevo essere comandato anche se a me in verità non pesava affatto l'obbedienza.
Io ero l'essere più mite che si potesse trovare: così mi aveva definito Padre Pio. Parlando di me aveva detto: "E' l'uomo più mite e più buono del mondo". Queste sono parole sue, le ripeto senza vanità. Dunque non si spiega come mai, dopo che a San Giovanni Rotondo mi avevano conosciuto per tanti anni come uomo mite, impegnatosi nel servizio per la clinica, per portare personaggi importanti da Roma a San Giovanni Rotondo, per portare miliardi, improvvisamente sia nata in quel luogo che io ormai amavo una grande diffidenza, una paura di me.
Paura di che cosa? Io non ho fatto altro che servire tutta la vita. Forse la paura che, sapendo quanto aveva detto di me Padre Pio, pretendessi qualche carica, qualche seggiola, qualche trono… cose che io ho sempre disprezzato perché il mio più grande desiderio è sempre stato quello di vedere i miei amici felici, la mia famiglia felice, i miei fratelli felici. Per questo non mi è pesato tanto rinunciare a farmi una famiglia: io vedevo in tutti i miei fratelli del mondo la mia famiglia. Questo devo dirlo con grande serenità e chi mi ha conosciuto non può altro che confermare che è la verità.
Oggi sono quasi settantenne e devo dirvi che ancora mi sento orgoglioso di una cosa sola: di aver avuto per tutta la vita questo desiderio di evitare il male del mondo, di trasformare in bene anche il male.
E allora mi sono venuti in aiuto lo Spirito Santo, la Madonna e mi hanno fatto capire che il Bambino è questa realtà.
Quando un uomo sente amore per i suoi fratelli ed è disposto a rinunciare alla propria vita per amore loro, può definirsi Bambino.
Il Bambino non è un trono di vanità, è un trono di umiltà dove il Bambino è piccolo, gli uomini sono grandi. Il Bambino si vuol fare sempre più piccolo per poter penetrare in tutti i cuori e farli felici.
Infatti, nel Santo Vangelo, non si dice che il Bambino deve regnare su una poltrona d'oro e dominare gli spiriti, no: si dice che quando il Bambino è nato è nata la gioia ed ogni tristezza sarà mutata in letizia.
Oggi nel mondo c'è tanta tristezza. Il Vangelo ci dice solamente che noi dobbiamo accogliere questo Spirito Bambino per mutare le nostre tristezze in letizia, per mutare le nostre angosce in gioia perché tutta l'angoscia del mondo è frutto di Satana.
La tristezza è opera di Satana e quindi, quando siamo così paurosi della vita, del domani, del futuro, noi non facciamo altro che aumentare il potere del demonio. Il potere del demonio è quello di volerci tutti tristi perché con la tristezza egli regna. Ma con la gioia arriva il Regno di Dio, arriva il Regno dell'Amore e allora noi non abbiamo più paura della fame, non abbiamo più paura della miseria, non abbiamo più paura delle malattie perché la tristezza è mutata in letizia, il male scompare e la gioia trionfa.
Molti mi hanno domandato e mi domandano: "Ma in realtà che cosa è questo Bambino?" E allora io devo rispondere che c'è una parte misteriosa che resterà sempre tale perché Dio è un mistero e quindi è già molto quello che ho detto, quello che mi hanno dato la possibilità di dire.
Se Dio si rivelasse interamente, ecco che sarebbe arrivata la fine del mondo, ma ancora non siamo alla fine del mondo, siamo all'inizio di un'era nuova: l'era della vera fraternità, l'era in cui tutto deve cambiare a cominciare dalla santa nostra amatissima Chiesa fino alla politica, a tutto.
Tutto deve cambiare perché la felicità deve penetrare nei nostri cuori. La felicità non sarà nostro possesso fino a quando non avremo capito che cosa è il Bambino, perché è il Bambino il frutto che Dio ci ha dato per vincere il mal frutto di quella mela che portò la rovina del mondo.
Dopo la caduta di Adamo Dio disse al serpente: "La Donna, il Seme di Lei, ti schiaccerà la testa". La Donna genera questo Bambino che schiaccia la testa al demonio.
Ma questo Bambino di oggi è lo stesso Bambino di ieri? Altro mistero.
Il mistero è grande ma non è così incomprensibile come sembra perché sulla Croce Gesù ha detto alla Madonna: "Donna, ecco tuo figlio". Questo figlio era Giovanni, da noi conosciuto e sconosciuto. Giovanni era diventato il Bambino di Maria e da quel momento, Giovanni e Maria hanno vissuto insieme.
Quando Pietro chiese: "E di lui, di Giovanni, che ne sarà?", Gesù rispose: "Se io voglio che egli resti fino a che Io ritorni, a te che importa? ". Ecco, questa è un'altra chiave per conoscere che cosa è il Bambino. Ma ci sono tante altre chiavi misteriose che Dio tiene nel Suo Cuore e che saranno rivelate solamente a chi vuole portare amore, aiutare questo Bambino a compiere una missione che non nuoce a nessuno perché è la missione di portare l'amore, la felicità in tutti i cuori degli uomini infelici.
Padre Pio, che mi chiamò all'età di 14 anni, non mi svelò in anticipo questo mistero che io già avvertivo nel mio cuore e che Gesù mi rivelò il 19 maggio 1968. Padre Pio me ne parlò solamente 10 giorni dopo che Gesù lo aveva rivelato a me. Perché? Altro mistero. Anche Padre Pio è stato ed è misterioso come lo è stato Giovanni Battista.
Gesù fu rivelato da Giovanni Battista e Padre Pio disse: "Io sono il Battista di questa nuova era della civiltà dell'amore che deve nascere mediante il linguaggio di vita e d'amore portato in terra dal Bambino di Gesù, di Maria e mio". Questo linguaggio è nato l'8 e 9 Aprile 1968 con questo "Quaderno dell'Amore" che, giunto nelle mani di Paolo VI°, fu la sua più grande gioia.
Il Papa mi mandò a chiamare. Non fui io che volli andare dal Papa per avere applausi, ma il Papa stesso si inchinò a questo amore che era atteso grazie al messaggio di Fatima che lo aveva annunciato. Fatima promette questo amore, questo arcobaleno di pace di Dio con la terra, perché Dio aveva promesso a Noè che anche nei tempi peggiori non avrebbe più mandato il diluvio, bensì un diluvio di amore: l'arcobaleno.
L'arcobaleno d’amore è questo libretto, è i sette doni dello Spirito Santo che giungono al vostro cuore per mezzo dell'amore di Gesù, di Maria e del Bambino per darvi la tranquillità del passaggio dall'era del potere, strapotere della legge, all'era della libertà assoluta dell'Amore di Dio vivente.
Non c'è da temere nulla da questo Bambino anche se ciò a qualcuno fa dispiacere, come al capo di San Giovanni Rotondo che si chiama monsignor Ruotolo, il quale ha tanto timore di questo Bambino che si preoccupa di intervenire in Vaticano, a Bologna presso il suo amico Biffi e che, ovunque io vada, mi corre dietro con le sue cattiverie. Ma se Dio ha deciso di portare l'amore nel mondo, come può sperare il monsignore di regnare con la sua cattiveria?
Io non sono giudice e non lo sarò mai, però forse voi conoscete il grave, recente episodio di Roma.
Alcuni alti prelati della Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma mi avevano invitato, non mi ero invitato io, a tenere una conferenza sull’argomento "Padre Pio e Roma" nella Basilica, con l'intenzione che lo Spirito d'amore del Bambino e di Padre Pio potesse diffondersi a Roma e nel mondo, tanto bisognosi di pace e di gioia. Ci hanno pregato di mettere manifesti in tutte le città d'Italia e possibilmente anche nelle principali d’Europa. Noi, coi nostri modesti mezzi, perché ci hanno detto che non potevano pagare loro, abbiamo fatto quello che abbiamo potuto per avvertire tutti di questa conferenza, avendo oltretutto ricevuto da loro assicurazione che, in caso di affluenza numerosa, avrebbero messo gli altoparlanti anche sulla piazza.
A preparativi ormai conclusi, tutto in obbedienza al Santo Padre ed al rettore della Basilica, giunti finalmente alla vigilia di questo raduno, quando non era più possibile informare l'Italia e la Francia di un cambiamento di programma, monsignor Ruotolo e monsignor Biffi uniti sono riusciti a conquistare il segretario di Ruini, molto amico di monsignor Ruotolo, il quale ha potuto, non si sa come, dare ordine di interrompere questo incontro senza fornire nessuna spiegazione e nessunissima lettera ufficiale quando invece, dopo qualche giorno, il Cardinale Sodano a nome del Papa ci ha inviato gli auguri che avete letto.
Voi potete immaginare quanto io non desideri farmi pubblicità. Ormai sono conosciuto ovunque ed avevo accettato l’invito per amore, per portare questo messaggio anche alla città di Roma che ho tanto amato e dove Padre Pio mi mandò per 14 anni a conoscere tutti gli uomini più importanti del tempo.
Il boicottaggio voluto da questo potentissimo uomo di San Giovanni Rotondo, che riesce a sfidare anche persino il Papa, io mi domando fino a quando potrà durare.
Non sono io a perderci; io ho settant'anni, il mio dovere io l'ho già fatto e ringrazio Dio di avermi dato la pazienza di sopportare tutte queste prove. Non è merito mio, è merito della Madonna che mi sta sempre vicino e dello Spirito Santo. Comunque a Roma domenica scorsa è avvenuto qualcosa di terribile, terribile non per me ma per tutte le persone invitate, per gli amici che mi amano teneramente e che con tutto il loro amore volevano protestare davanti a Santa Maria Maggiore.
In parte lo hanno fatto, anche se io ho desiderato ardentemente che la pace tornasse. Non altrettanto conciliante è stato il vicario inglese della Basilica, che io non ho il piacere di conoscere, il quale si è permesso di trattare i miei amici con grande superbia e maleducazione, perché questi avevano tutto il diritto di sapere il perché di questo improvviso divieto.
Ecco allora che anche io davanti a voi protesto. Essendo la Chiesa in un momento difficilissimo, avrei voluto evitare questa cosa, ma devo anche ringraziare i miei amici napoletani e siciliani che erano disposti a tutto pur di difendermi, perché questa è stata una solenne ingiustizia senza nessuna giustificazione.
Il Santo Padre si preoccupa della giustizia sociale, della giustizia tra i popoli, dell'amore fra i popoli, dell'amore nella Chiesa, dei diritti dell'uomo. Allora per quale motivo questi esseri che gli sono vicino vanno contro a tutti questi diritti?
Voi sapete quello che hanno fatto al mio amico Silvio? Lo hanno licenziato solo perché mi aiuta a diffondere l'amore. Poi mi hanno mandato a Bologna la polizia dicendo che in casa mia c'erano delle armi. Ho sopportato anche questo.
L'anno scorso, dovevo partire il giorno dopo per parlare in Russia, sento battere alla porta: era la polizia con i mitra. Che volete? Io ero in pigiama. Risposta: "Ci hanno segnalato la presenza di armi". Figuratevi alla mia età, in un appartamento di 90 metri quadri che in quel momento accoglieva anche alcune persone che venivano con me in Russia, perché ero stato invitato all'Accademia delle Scienze di Mosca, a San Pietroburgo e a Zagorsk e dovevo partire. Appresi in seguito che, forse per impedirmi di fare questo viaggio, il Cardinale Biffi insieme al capo della polizia Parisi, che io non conosco, ordinarono questa irruzione. Non vi dico i soprusi, non vi dico quello che hanno fatto perché ci sarebbe da piangere. Io veramente non ho né pianto né riso, ho detto solamente che questo era un insulto a Dio che sarebbe costato molto caro.
Va bene, l'indomani parto per Mosca con grande gioia di lasciare in quel momento l'Italia. A San Pietroburgo e a Mosca ho avuto una strana accoglienza, tanto diversa da quella del Cardinale Biffi. Il Rettore del Seminario di Zagorsk, che si potrebbe definire il "Vaticano russo", ha detto: "Abbiamo l'onore di avere qui un profeta italiano, il Dottor Luigi Gaspari". Abbiamo la registrazione di queste sue parole, tradotte in simultanea da un’ interprete del luogo.
Io sono rimasto veramente sconcertato di vedere come in Russia, in un paese dove non mi ero mai recato a parlare, di cui non conosco la lingua, con cui non ho mai comunicato, conoscessero me. Mi hanno riconosciuto all'Università, all'Accademia delle Scienze facendomi dei festeggiamenti incredibili.
Come mai la Chiesa Ortodossa è stata così generosa e invece qui nel mondo cattolico dove io sono nato, dove ho lavorato sempre, e me ne vanto di tutto cuore, duramente e senza nessuna ricompensa, mi hanno trattato come il peggiore degli individui grazie al cardinal Biffi che io non conosco, a monsignor Moretti di Roma e a Stagni di Bologna? Questi Stagni, Biffi o buffi, si son permessi di parlare di me dicendo cose completamente fuori posto, non vere.
Io conosco vita e miracoli della Curia bolognese e della Curia di Imola, ma per non danneggiare la Chiesa che io ho sempre amato e amo, non ho mai detto niente. Eppure, se io avessi parlato sarebbe scoppiato un vero scandalo. Comunque lo scandalo lo farà Dio, perché nell'era dell'amore Gesù mi ha detto cosa succederà e non è molto lontano il giorno in cui questi esseri verranno chiamati a rendere conto perché Dio non vuole più il dominio dell'uomo sull'uomo, anche se quest'uomo è un Vescovo o un Cardinale: Dio vuole che l'uomo sia libero e aiutato da questi signori a servire, non a comandare.
Io ho avuto tutti gli onori da Dio, più di chiamarmi il Bambino non so cosa poteva dire, però non mi ha mai fatto comandare: sempre servire e tutti lo possono confermare.
Ho vissuto girovago per l'Italia come se fossi un "figlio di nessuno", anche se una casa la possiedo, grazie al mio papà Augusto. Però ho sempre girato, dormito nei letti di amici che mi hanno ospitato come un girovago con la valigetta: pochi indumenti e basta.
Questa è stata la mia vita sempre, per cercare di aiutare gli uomini a risolvere i loro problemi e a vivere nell'amore.
Oggi più che mai, non so quanto tempo mi resti da vivere, voglio ancora portare l'amore perché ormai il mio pane è: amare, amare, amare.
Se per Biffi e Ruotolo questo è un peccato, si facciano avanti e mi dimostrino dove è scritto. In quale Bibbia, in quale Vangelo: forse nel libro di Satana, lì avranno trovato questa nuova dottrina.
Sono sicuro che il Santo Padre tornato dall'America avrà molto sofferto di questa ingiuria che quel bel giovanotto di Moretti, che si vuol chiamare monsignore o non so cosa, ha combinato anche ai danni del Cardinal Ruini, del Cardinale Poletti e di altri che non conosco.
Questa confusione deve cessare, bisogna dire con chiarezza che cosa vogliamo. Se vogliamo l'amore o una dittatura marxista, comunista o di qualunque altro tipo.
Io accetto tutto perché non ho niente più da perdere. A me interessa solamente il trionfo dell'amore, che Dio trionfi nei cuori. Nelle politiche e anche nelle dottrine religiose si nascondono delle forme dittatoriali che possono distruggere l'umanità, io invece lavoro perché l'umanità abbia pace, abbia lavoro sicuro e abbia la benedizione di Dio, perché senza la benedizione di Dio, la vita sulla terra è impossibile, è un inferno.
Nella vecchia Russia mi hanno invitato ancora. Mi hanno invitato anche nelle province russe, a Kiev, nell'Armenia e insistono perché io vada a portare questa benedizione del Bambino che secondo loro può mutare la sorte dei popoli. Andrò di nuovo in questi Paesi perché il Bambino va dove è amato.
Sono venuto qui da voi dopo l'offesa di Roma proprio perché vi riconosco come i migliori. Voi della Puglia mi avete amato dandomi alcuni figli speciali e quindi sono sicuro che voi pugliesi avrete sempre da Dio una benedizione particolare perché avete accolto con amore il Bambino che Dio ha designato per aprire le porte dell'era della civiltà dell'amore.
Padre Pio ha sofferto le pene dell'inferno perché diversi i cardinali, il Vescovo Bortignon di Padova e tanti altri, consideravano anche lui una specie di demonio. Per questo Padre Pio fece scrivere al buon Pagnossin, che era un miliardario di Treviso, alcuni libri che sono quasi scomparsi, come "Padre Pio storia di una vittima" e "Padre Pio e i papponi di Dio". In questi libri il buon Pagnossin rivelava, per ordine di Padre Pio, le zozzerie e le cattiverie che avvenivano nelle varie Curie d'Italia: non tutte, ma una buona parte. Come voi sapete però, i potenti possono distruggere queste cose e questi libri sono stati comprati da loro stessi per toglierli dalla circolazione: pochissime copie ne sono rimaste in giro.
Dopo la morte di Padre Pio forse hanno pensato bene di fare così anche con me, magari di fare come all'epoca dell'Inquisizione, di bruciarmi a fuoco lento con le calunnie, le cattiverie, non facendomi parlare, non informando gli uomini del grande tesoro di grazia che Dio ha nascosto nel mio cuore non per me, ma per voi.
Questo tesoro di grazia e di amore è un dono di Dio al Suo popolo amato che è stato dato a me per voi e quindi io non posso tacere perché ruberei, terrei per me quello che invece appartiene a tutti voi: la benedizione e l'amore di Dio portatore di pace, di salute e di felicità.
Per voi, buon popolo di Puglia, io serberò un ricordo costante e quotidiano. È mio dovere, perché il Signore ha voluto proprio che alcuni dei vostri concittadini fossero i miei migliori amici, segno che la Puglia è eletta nel Cuore di Dio e quindi io farò di tutto, per l'autorità che Dio m'ha dato, perché voi pugliesi siate i primi a svegliare i vostri cuori e a farvi tempio vivo d'amore. Un tempio che non morirà mai, che non crollerà perché Dio ha detto che vuole il Tempio dei cuori.
La civiltà dell'amore di cui parla il nostro Papa è appunto il Tempio dei cuori. Noi dobbiamo aprire alle nostre coscienze la voce dell'Amore di Dio. La nostra coscienza non è altro che il sacrario dove deve entrare solamente la Voce di Dio.
I condizionamenti umani, i condizionamenti dottrinali a volte impediscono al nostro buon cuore di ascoltare la voce di Dio. Con l'aiuto di questo libretto che io ho scritto per volontà di Dio per dare a voi la libertà del cuore, la libertà della coscienza, avrete la possibilità di parlare col vostro cuore e di capire che cosa è quello che Dio vuole da voi. Quando avrete imparato cosa Dio vuole da voi, sarete in grado di amare i vostri fratelli perché anche nei cuori dei vostri fratelli c'è la stessa voce che voi avete udito, la voce dell'amore che vi dirà: amiamoci e nell'amore costruiamo un mondo di felicità.
Questo vuole Dio nel terzo millennio, ma se noi lasciamo che alcuni esseri che si proclamano unici interpreti della Volontà di Dio ci soffochino la coscienza, ecco che noi non avremo la possibilità di fare il Tempio dei cuori, non avremo la possibilità di udire la Voce di Dio e quindi ci divideremo sempre più, allontaneremo dalla terra la benedizione e cadremo in una grande rivoluzione che in molti paesi dell'America si sta già preparando.
L'ho detto e lo ripeto: ci sono paesi in America dove non si può uscire perché mentre sei dal fruttivendolo puoi ricevere uno sparo, mentre viaggi su all'autostrada un altro ti può uccidere col mitra e così è diventato uno sport uccidere i fratelli. Non aspettiamo che anche l'Italia diventi così, facciamo presto a scegliere le vie dell'amore.
Se lo credete, il libretto che io ho scritto e per il quale ho sacrificato l'intera vita è la chiave per aprire il Cuore di Dio e i cuori dei nostri fratelli e farli un cuore solo.
Dio vuole questo, non vuole castighi.
Il messaggio di Fatima è un invito all'amore. Certo se non si accoglie questo amore che Dio vuole dare a tutti per mezzo del suo Bambino, ecco che la catastrofe sarà inevitabile. Ma la parte positiva del messaggio di Fatima è questa qui.
La parte negativa è rinunciare all'amore. Se si rinuncia all'amore che Dio ha mandato attraverso il Bambino, ecco che allora la catastrofe non si può evitare perché senza amore l'uomo è in preda a Satana e Satana vuole la morte, vuole l'infelicità, vuole la disoccupazione, vuole la miseria.
In Russia io sono stato e i russi hanno capito l'importanza di questo libretto ma non hanno i soldi per stamparlo. Io non ho l'abilità come hanno certi santoni di far soldi perché non è stata mai la mia missione, però dico a quelli che vogliono, che hanno buona volontà, se possono stampare mille libretti o cento per questi poveri russi ecco che veramente eviteranno le catastrofi. La Russia ha tanto bisogno di aiuto, tanto tanto e il cuore dei russi è portato all'amore forse più di noi occidentali. Se riusciamo a fare della Russia un cuore pieno d'amore ecco che salviamo l'Europa perché da nessuna parte più si sente parlare d'amore: solo di ricchezze, di miserie e di quelle cose che mettono l'uomo contro l'uomo.
Noi dobbiamo salvare il mondo mediante il linguaggio.
Dio ha creato l'uomo per mezzo della Parola, ha creato le bellezze dell'universo con la Parola: tutto è frutto della Parola. Solamente con la Parola,col Verbo di Dio in movimento possiamo ricreare un mondo felice laddove è arrivata l'infelicità.
L'Europa è oggi infelice; io ho viaggiato in tutti i paesi d'Europa per conferenze ma ho trovato una decadenza incredibile. Persino nella cattolicissima Francia c'è la confusione delle lingue. Ci sono santoni, maghi, streghe: tutti promettono qualcosa però a pagamento, tutto a pagamento, anche la Parola di Dio.
Noi dobbiamo svegliarci e dobbiamo capire, discernere quello che è di Dio e quello che non è di Dio.
Di Dio è il Verbo, lo dice San Giovanni: "In principio era il Verbo, il Verbo era Dio". Laddove troviamo la vera Parola di Dio, dove troviamo l'invito all'amore, là dobbiamo sostare. Come diceva Padre Pio, "Quando trovi l'amore la ti appiccichi". È una parola sua e noi appiccichiamoci a questo Quaderno che è nato dal sacrificio completo della vita dell’uomo che sono io.
Mi sono sacrificato con gioia perché l'Amore di Dio ripaga tutte le rinunce, tutti i sacrifici. Quando dicevo a Padre Pio: "Padre, voglio sposarmi perché se ritardo i figli non arrivano", lui mi diceva: "Dei figli ne avrai anche troppi, Dio ti ricompensa dandoti tutti i figli che vuoi".
Allora vi ringrazio amici pugliesi per la collaborazione e vi raccomando di prepararvi e di controllare nelle Sacre Scritture se quello che vi dico è vero e se è utile. Non pretendo che voi crediate ciecamente alle mie parole, ma dovete sperimentare quanto è potente il Verbo di Dio, come lo hanno sperimentato molti che lo hanno avvicinato.
Questo Quaderno ha prodotto in 27 anni grandi miracoli sia nello spirito che nel corpo e tante persone che vivevano nella ricchezza materiale, ritenendola l'unica ricchezza da desiderare, hanno scoperto invece che la vera ricchezza che non muore mai è proprio l'amore di Dio.
Come diceva Padre Pio, là dove c'è l'amore c'è la provvidenza, c'è la salute e c'è la grazia. Quindi, con queste Parole dell'amore di Dio vivente, voi potete avere tutte le grazie che volete. Non c'è bisogno di ricorrere a esseri particolari: esseri particolari lo siete tutti quando il vostro cuore è incendiato dall'amore.
Voi sapete che Cristo ha detto: "Non vedo l'ora che il fuoco dell'amore invada la terra". Lo dice nel Santo Vangelo. Questo fuoco è la Sua Parola viva che deve ardere nei vostri cuori e che ardendo vi dà la possibilità di avere quella luce che risolve tutti i problemi.
Tutti i problemi, non uno solo, perché il Verbo di Dio è venuto per dare all'uomo la stessa possibilità che ha Gesù Cristo.
Cristo non vuole essere un dominatore, vuole farci come Lui, ecco perché vi ha dato un prototipo in questo Bambino che vuole essere il prototipo per ognuno di voi.
Ognuno di voi deve diventare il Bambino quando ha fatto suo il Verbo Divino.
Il Verbo Divino vi fa tutti Bambini e quindi non ci sarà dominio di un Bambino sui Bambini: saremo veri fratelli e ci ameremo come riescono ad amarsi i veri Bambini.
Importante è non accettare il dominio, gli uomini che vogliono dominare l'uomo perché questo non è più il tempo. Il tempo del dominio della legge è finito.
Il terzo millennio è l'inizio della vera libertà: la libertà di amarci, non di dominarci gli uni con gli altri. Questa libertà Dio l'ha concessa perché è stufo anche dei suoi che vogliono dominare gli uomini.
I sacerdoti, i vescovi avranno diritto alla loro posizione se diventeranno dei veri servi di Dio e del popolo. Ma se vogliono dominare, hanno finito.
Vorrei porgere questo mio Libretto dell'Amore al signor sindaco di questa bellissima città di Barletta, con l'augurio che tutti i suoi concittadini diventino uomini felici nella gioia dell'amore di Dio vivente, nella gioia di collaborare per fare di Barletta una vera città dell'amore, ricca di ogni grazia e di ogni bene.
Vedrete quanto potrete essere felici se vi metterete in questa comunione che è l'unica che non ci tradisce. Comunicando con Dio, siamo sicuri di comunicare con i nostri fratelli e quindi anche le piccole divergenze famigliari, le divergenze amministrative, spariranno perché l'amore è il miracolo di Dio che opera continuamente nei nostri cuori.
Non avrete più bisogno di chiedere aiuto a nessuno perché il vostro cuore, quando è ricco d'amore, parla direttamente con Dio e Dio esaudisce tutti coloro che hanno il cuore pieno d'amore.
Con questo augurio e con questo desiderio, io continuerò a pregare per voi perché amo la Puglia e spero di rivedervi ancora.
Preghiamo perché trionfi la pace e perché venga in tutta la terra questa civiltà dell'amore, tanto auspicata da Paolo VI° e da Papa Giovanni Paolo II°.
Paolo VI° è stato il primo a rallegrarsi di questo libretto. Mi mandò a chiamare personalmente con molta umiltà e disse che ne leggeva ogni giorno tre righe, centellinandole come il vin santo. Questa Parola di Dio va centellinata come il vin santo perché come il vin santo rigenera la mente, il cuore e il corpo dell'uomo. Questo vin santo dona salute, pace e le grazie di cui abbiamo bisogno.
Paolo VI° dal cielo ci protegge e ci benedice perché egli desiderava, come Padre Pio, che questo libro entrasse in tutte le famiglie d'Italia e del mondo per creare questa fratellanza universale di cui il mondo ha bisogno per entrare nell'era della civiltà dell'amore che deve cominciare nel terzo millennio, perché il terzo millennio è il millennio della resurrezione e non possiamo più restare sotto la pietra.
Cristo è rimasto due giorni sotto la "pietra", due giorni che simboleggiano duemila anni. Come San Pietro dice nella sua seconda lettera: "Un giorno è come mille anni per Dio" e quindi due giorni sono duemila anni.
Sotto la Legge Cristo è rimasto nel sepolcro, ma il terzo giorno, liberandosi dalla maledizione della Legge come dice San Paolo, è risorto, è risorto nell'amore.
San Paolo nella lettera ai Galati dice: "Chi vive sotto la legge, vive sotto la maledizione". Quindi bisogna risorgere nella legge dell'amore che è l'unica che ci porta giustizia e che ci fa veramente tutti uguali davanti agli uomini e davanti a Dio, senza più nessun potere segreto dell'uomo che domina l'uomo.
Vi auguro di raggiungere presto, presto, presto questa felicità e questa felicità non solo ve la auguro, ma ve la prometto con tutta l'autorità che Dio mi ha donato.
Grazie di avermi ascoltato, grazie a voi. Se mi inviterete ancora io sarò veramente felice di ritornare in questa amatissima terra di Puglia.
Ora preghiamo anche secondo la volontà del Santo Padre che la pace, la giustizia venga su questa terra, che i diritti dell'uomo non siano calpestati specie dai ministri della Chiesa, che non sia calpestato l'onore dell'uomo e che venga finalmente un regno di uguaglianza serena e pacifica nell'amore.
Eterno Padre, Spirito Santo, Gesù, Maria e Giovanni, noi vi preghiamo con tutto il cuore: donateci la pace, donate lavoro ai disoccupati, insegnate la giustizia a coloro che comandano, umiliate i superbi e innalzate gli umili. Vieni o Spirito Santo, donaci il tuo amore purificatore, vieni o Spirito Santo, dona la pace a questa terra per mezzo degli uomini di buona volontà. Vieni o Spirito Santo, guarda alla tua Barletta, al tuo Sindaco, a tutte le autorità, arricchiscile d'amore e di grazie affinché possano essere d'esempio alle altre città della Puglia e dell'Italia che vivono nel tormento, che vivono nell'incertezza. Signore, dona a Barletta la certezza che l'amore di Dio è più grande di ogni umana superbia, che l'amore di Dio vuole la felicità, la salute, la pace per tutte le famiglie di Barletta, d'Italia e del mondo. Amen.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e pace a tutti voi.
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