Sala Conferenze Hotel Mosé  Villaggio Mosé

Conferenza di Luigi Gaspari

Agrigento  30 aprile 1994

Introduzione della Dott.ssa Anita Maugeri Buonasera e benvenuti a tutti i partecipanti a questo incontro che è tanto importante per ciascuno di noi e veramente per tutto il mondo. Ho l'onore ed il piacere di presentare a voi tutti il Dott. Luigi Gaspari, autore del "Quaderno dell'Amore". Il Dott. Gaspari è l'unico e vero erede spirituale di Padre Pio di Pietrelcina, la sua vita è una vera testimonianza di ciò che significa aderire alla Volontà di Dio, di come la Volontà di Dio per l'umanità sia la felicità. Padre Pio da Pietrelcina diceva del Dott. Luigi Gaspari che è il Bambino di Gesù, di Maria e suo proprio, di Padre Pio. È un grande mistero questo che Padre Pio diceva, ma come per tutti i misteri di Dio la conoscenza è possibile soltanto agli uomini di buona volontà, ossia a tutti gli uomini che hanno il loro cuore aperto all'azione dell'Amore di Dio. Io auguro a coloro che lo ascoltano di recepire questa umiltà nel proprio cuore, perché ogni parola del Bambino di Gesù, di Maria e Padre Pio da Pietrelcina è la stessa Grazia di Dio che arriva sulla terra e su tutta l'umanità. Grazie. Grazie a tutti voi, amici di Agrigento, di Canicattì e di tutta la Sicilia. Grazie per avermi invitato qui, in questa isola che ho sempre amato tanto insieme a Padre Pio; anche Padre Pio vi invia il suo augurio, il suo saluto e la sua benedizione. Egli ha sempre avuto dei progetti particolari per questa isola benedetta. Appena finito di scrivere il "Quaderno dell'Amore", nell'estate del 1968, il Padre mi disse: «Vai a portare questo dono ai siciliani, la Sicilia capirà…». Il Padre stimava questa isola ricca di intelligenza e di sapienza. Il popolo siciliano, come è noto in tutto il mondo, ha una sapienza particolare e noi sappiamo che l'intelligenza, unita alla sapienza, può portare grandi frutti nelle opere. Come dice la Bibbia e come diceva Padre Pio, l'intelligenza dell'uomo può creare cose meravigliose, edifici, ricchezze, ma se poi l'uomo non acquista la sapienza queste opere falliscono, muoiono. Abbiamo visto tanti personaggi, tanti uomini che hanno conquistato il potere con la forza e con la loro intelligenza i quali però, essendo privi di sapienza, non hanno potuto mantenere quello che hanno costruito. Qui noi ci troviamo in una terra dove unitamente all'intelligenza c'è anche molta sapienza. L'apostolo San Paolo ci dice e ci ripete: «Chiedete la Sapienza», perché egli sa che senza la Sapienza nulla si mantiene in vita. Infatti, nel canale di Davide, al grande re Salomone Dio ha detto: «Io ti darò una sapienza così grande che nessuno dopo di te potrà più avere, se non i tuoi discendenti». Il Signore, attraverso re Davide e il figlio Salomone, ha voluto creare il canale della Sapienza che poi, attraverso Maria e Gesù Cristo, doveva giungere a tutti gli uomini di buona volontà. Ecco che la Madonna è stata fatta la Sede della Sapienza, di quella Sapienza salomonica che è capace di reggere il mondo in rovina. Il mondo di oggi è in un grande pericolo, come voi ora toccate con mano, ma Padre Pio che era un grande profeta sapeva e vedeva oltre. Vedeva lontano, vedeva il peggioramento di questa situazione dovuta soprattutto all'insipienza, alla mancanza di sapienza nei governanti, anche i più intelligenti. In Italia abbiamo passato dei periodi di grande benessere economico, quasi di ricchezza. Tutti avevano la possibilità di comprarsi una casa, avevamo insomma raggiunto una vera floridezza che è durata poco: fin quando Padre Pio è morto. Padre Pio reggeva molto, ed evitava i pericoli maggiori all'Italia. Con la sua sapienza, col suo amore ammoniva, guidava, dirigeva. Ma sembra che la morte di Padre Pio abbia portato qualcosa di tragico perché non si trova più un uomo di questa potenza, di questa volontà di soffrire per il bene degli uomini. Allora Padre Pio si preoccupò, fin dal 1940, di scegliere un giovane che potesse portare avanti il suo pensiero, la sua opera d'amore in tutto il mondo dopo la sua morte. Se Padre Pio fosse morto senza lasciare un linguaggio nuovo, un testamento d'Amore che potesse entrare in tutte le case, Padre Pio resterebbe un mistero. Resterebbero delle opere materiali: una clinica, un convento e tante opere miracolose però, senza la Parola, senza la Sapienza, senza il Verbo Creatore, queste opere potrebbero anche nel tempo fallire perché, quando gli uomini si trovano di fronte a dei beni materiali, il loro egoismo è tale da superare ogni memoria di Padre Pio, dello Spirito Santo e di quel che era veramente l'intenzione del Santo. Occorre quindi a Padre Pio un individuo che possa seguirlo nell'amore, nella volontà di portare a tutti questa Sapienza capace di conservare anche i beni materiali necessari agli uomini. E allora, nel lontano 1940, la mia buona e santa mamma mi mandò da Padre Pio, proprio alla "Scuola della Sapienza" della quale era già ricca. Questa Sapienza doveva entrare in me perché potessi capire i segreti, i misteri di Dio. Senza la Sapienza è impossibile capire anche le Sacre Scritture. Le Sacre Scritture sono un mistero, sono la rivelazione di un'eredità, ma tutto sembra così complicato senza la Sapienza; tutto invece è facile e palese quando Dio ci dona la Sua Luce. La ragione per cui la mia mamma mi mandò da Padre Pio era proprio che io avessi un maestro di Sapienza. Il primo incontro è stato affettuosissimo, come una promessa di reciproca fedeltà che mi ha portato a ritornare a San Giovanni Rotondo quattordici anni dopo, a ventotto anni. Poi restai fedele amico di Padre Pio fino all'età di quarantadue anni, nel 1968, quando il Padre morì. Ma il Padre aveva lavorato in quei quattordici anni di vita accanto a lui, facendo di me il suo ambasciatore nel mondo e specialmente a Roma. In questi viaggi, in questi incarichi che lui mi dava, io ho avuto modo di vedere l'animo umano, i problemi del mondo e le conseguenze di certi errori da parte dei politici e anche di uomini della Chiesa. Padre Pio volle riempire la mia mente e il mio cuore di questi segreti dell'Amore di Dio che vuole salvare l'umanità, nonostante l'ingratitudine e la cattiveria di molti uomini che da Dio hanno ricevuto un'infinità di beni. Ma Padre Pio sapeva e vedeva con gli occhi dello Spirito Santo, e con gli occhi dello Spirito Santo poteva individuare tutte le debolezze dell'uomo, tutte le pecche del mondo. Quindi io, indegnamente, ero reso partecipe di questi segreti che egli mi rivelava per un fine misterioso che poi nel tempo compresi: quello di pregare affinché l'ira di Dio non esplodesse come l'umanità meritava. Padre Pio diceva: «Gesù Cristo e la Madonna sono stati traditi anche in molti ambienti della Chiesa e le conseguenze saranno terribili». Lucifero, quando c'è il tradimento, entra e si impossessa dei governanti laici o ecclesiastici e poi questi demoni, messi al posto degli antichi sapienti, portano una grande confusione, una grande miseria che si può vincere solo con la benedizione di Dio rinnovata. Padre Pio diceva che il tradimento a Cristo, alla volontà di Dio, al pensiero del Vangelo non è altro che una maledizione che scende sulla terra e che rende gli uomini sempre più divisi, sempre più Caino nei riguardi di Abele. Questa tragedia dell'umanità era il tema principale di Padre Pio e per questo egli soffriva e voleva che il suo Bambino, come mi chiamava, fosse partecipe, perché in lui vedeva una possibilità di frenare questa ira di Dio dovuta ai vari tradimenti. E allora, dopo che ebbi vissuto tanti anni, quattordici, accanto a lui come ambasciatore e come spettatore di tante cose grandiose che egli faceva, Padre Pio volle che io scrivessi il testamento d'Amore di Gesù, di Maria e suo. Il testamento d'Amore promesso da Dio nell'Apocalisse all'apostolo Giovanni che doveva essere la riconciliazione di Dio con questo mondo caduto in gran parte nelle mani di Satana. «Questo libretto - diceva Padre Pio - è il dono che ho ottenuto anch'io da Dio nei miei cinquant'anni di sofferenza». Il dono di Dio per l'umanità è il linguaggio, un linguaggio che possa sostituire la maledizione. La maledizione è operante perché gli uomini continuano a tradire tranquillamente e a fingere di essere figli e servi di Dio, quando invece sono diventati servi di Satana. Questo grande tradimento non si può lavare altro che con un linguaggio nuovo, il linguaggio racchiuso misteriosamente nel cuore dell'apostolo Giovanni, l'apostolo che non doveva morire e che doveva ancora parlare a molti popoli, nazioni e re negli ultimi tempi. Nell'Apocalisse, al capitolo 10, si dice che Giovanni vide un libretto. Egli voleva scriverlo ma l'Angelo gli disse: «No, divoralo: ti sarà amaro al ventre ma dolce alla bocca. Tu dovrai profetare ancora davanti a popoli, nazioni e re». E allora Padre Pio mi spiegò che la mia missione era questa dell'apostolo Giovanni: di riportare sulla terra l'Amore di Dio che se ne era fuggito causa i tradimenti. Questo linguaggio non aggiunge niente di nuovo al Vangelo, ma conferma l'Amore di Dio per gli uomini anche dopo la grave caduta. Questo Amore di Dio è così grande che Dio, conoscendo la debolezza dei figli di Adamo, riservò per l'umanità un Davide che è l'apostolo prediletto: Giovanni. Questo apostolo ha il compito di riportare la speranza, anzi la certezza che Dio non abbandonerà l'umanità dopo le gravi cadute. Lo aveva promesso anche a Noè dopo il diluvio: «Io metto il mio arco sulle nubi, l'arcobaleno è segno che io mi ricorderò del patto fra me e la terra». E quindi questo arcobaleno sarà un nuovo, accresciuto dono di Sapienza, di Spirito Santo e di Verbo Creatore perché Giovanni ha detto: «In principio era il Verbo e il Verbo era Dio. Per mezzo di Lui sono state fatte tutte le cose e coloro che l'accolsero ebbero il potere di diventare figli di Dio». Questo Verbo, negli ultimi anni, era stato dimenticato, tradito e quindi Padre Pio diceva che io avrei dovuto, per Volontà di Dio, sacrificare la mia giovinezza, rinunciare al matrimonio, rinunciare ad avere dei figli perché Dio mi avrebbe dato tutti i Suoi figli dei quali dovevo essere il padre. È difficile comprendere questo misterioso disegno di Dio, ma sarà più facile capirlo se noi, con buona volontà e arricchiti da una buona dose di Sapienza che chiederemo a Dio, leggeremo e mediteremo la Bibbia. La Bibbia non è altro che la promessa di un'eredità, un'eredità che deve salvare l'umanità. Ma l'eredità passa attraverso un canale: un uomo che per il sangue di Davide e l'Amore di Cristo giungerà fino a noi a riportare ordine nel cuore degli uomini, a riportare la pace, la gioia, l'amore alla vita. Oggi più che mai gli uomini sono in grado di capire che è necessario questo Davide, questo Giovanni, perché l'umanità non riesce più a capire l'opera di Dio, non riesce più a comprendere la Verità del Vangelo e quindi si lascia lusingare da ideologie materialiste che portano la fame, la miseria e l'odio fra gli uomini. Dio non è venuto a portare l'odio di classe, ma l'amore fra le classi. Leggendo il Vangelo si capisce che Dio, per raggiungere questo fine, per raggiungere questo amore di classe ha sacrificato se stesso, ha accettato di andare sul legno della Croce. Noi abbiamo dimenticato che cosa è l'Amore e spesso abbiamo preferito l'odio. Oggi si può dire che l'Italia è diventata un piccolo inferno dove l'odio sta prendendo piede e non si sa dove ci porterà. Se non facciamo presto, presto a diffondere l'Amore, a diffondere la fiducia in questo Dio che ci ama, ecco che noi possiamo cadere vittime delle fiamme dell'odio. Padre Pio stesso diceva: «Non vedete che il mondo sta per prendere fuoco?». Questo fuoco è l'assenza di Amore di Dio che è l'acqua di vita che deve entrare nei cuori di tutti gli uomini per fermare questa ondata di maledizioni sataniche. Padre Pio diceva: «Il tuo compito è di diffondere questo libretto in tutto il mondo, in tutte le lingue» e io, che non ho grandi mezzi materiali e non ho neanche la capacità di chiedere agli amici aiuti, mi sono trovato in un grande imbarazzo anche perché, dopo la morte di Padre Pio, solo il grande Papa Paolo VI aveva capito pienamente che cosa era questo libretto, cosa rappresentava e che cosa prometteva all'umanità da parte di Dio. Ma il materialismo entrato anche nelle sacrestie, nelle curie arcivescovili, aveva reso quasi incapaci gli uomini di giudicare quello che è Verbo di Dio e quello che è la parola umana. Quindi: grande confusione, grande sofferenza. La perseveranza di Paolo VI è stato un grande aiuto perché io ho voluto sempre essere perfettamente in armonia con la Santa Chiesa, per non creare nuova **?** , nuova confusione. Ma purtroppo già la Chiesa si stava dividendo come vediamo che è divisa oggi, come se fosse un partito politico dove ci sono sacerdoti che parteggiano per il comunismo, altri per la destra, altri per un centro che non si capisce cosa è. Insomma sta diventando non più Chiesa dell'Amore, della benedizione di Dio, ma un partito politico, e coloro che cercano di portare l'Amore e l'antica benedizione davidica non sono capiti perché è compreso solo il sociale. Anche San Giovanni Rotondo è caduta in questa trappola dell'attaccamento ai beni materiali che inevitabilmente Padre Pio aveva accumulato. Quindi niente "Quaderno", niente Amore: soldi, denaro, ricchezza per risolvere il problema degli ammalati (speriamo che almeno questo venga fatto). Però il mondo intero piange perché non conosce più esattamente chi è Dio e cosa vuole dagli uomini. Dio è diventato un illustre sconosciuto, Dio l'hanno fatto diventare un sindacalista, un uomo che deve portare la giustizia mediante l'odio di classe, ma questo è un assurdo che non può durare perché Dio è Amore e quindi la Giustizia di Dio, il Giudizio di Dio è Amore. Questo libretto scritto nel 1968, mi diceva Padre Pio, è il vero Giudizio di Dio. Dio non condanna nessuno, non prende in mano la legge ma prende in mano l'amore. Quindi tu, uomo ricco di peccati, puoi ritornare alla vita, all'Amore di Dio se accresci il tuo amore per Dio e per i fratelli, perché mediante l'Amore si può recuperare tutto ciò che è perduto. Infatti Padre Pio, che sembrava tanto severo, usava il mezzo dell'amore per convertire coloro che erano caduti nella trappola dell'ateismo o di ideologie politiche contrarie al Vangelo. L'amore ha fatto sì che milioni di persone si siano convertite di fronte allo sguardo amoroso di Padre Pio. E noi, che siamo eredi di questo grande spirito, che siamo eredi di Gesù e di Maria, dobbiamo predicare solo e sempre l'amore fra gli uomini e mai l'odio, perché con l'amore tutto si salva e tutto viene benedetto. Anche l'egoismo dei ricchi può essere vinto dall'amore, invece distruggendo le classi sociali distruggiamo la possibilità di bene per tutti perché Dio ha diviso il mondo in classi affinché i più poveri piano piano possano, con l'aiuto dei più ricchi, raggiungere quella serenità economica indispensabile per potere amare la vita e amare Dio. Quindi noi dobbiamo pregare affinché i ricchi diventino generosi e comprendano che il loro carisma di accumulare beni in realtà è un dono che serve per aiutare coloro che non lo hanno. Ma se noi ditruggiamo tutto ciò che è il carisma di un uomo geniale, distruggiamo la possibilità di aiutare i poveri. Questo era il pensiero di Padre Pio. Egli lo ripeteva continuamente e raccomandava che, dopo la sua morte, si proseguisse su questa strada perché l'Italia avrebbe potuto anche cadere in una rivoluzione, in una guerra civile. Questa separazione netta fra le classi, questo odio di classe, purtroppo predicato anche in certi ambienti eclesiastici, avrebbe finito per creare un inferno in Italia e in tutta l'Europa. Ma noi che siamo convinti della potenza d'amore di Padre Pio, della Volontà di Gesù, di Maria e di Giovanni, dobbiamo fare di tutto perché gli uomini imparino ad amarsi, perché vogliano con tutto il loro cuore innalzare l'amore e abbassare l'odio. L’amore che Dio vuole in questo tempo è tanto ben descritto nel "Quaderno dell'Amore", un libretto meraviglioso che ha ventisette anni ed è ormai conosciuto ovunque, con l'approvazione e l'applauso di grandi personalità che s'intendono di mistica. Persino la vecchia Russia ex comunista oggi reclama questo libretto perché ha capito che può essere la salvezza del mondo. Io ho fatto il possibile: sono andato in Russia, ho fatto conoscere all'Accademia delle Scienze, a San Pietroburgo e a Mosca questo libro che i giovani hanno accolto con grande generosità e grande testimonianza d'amore. E poi ci sono i paesi dell'Africa, l'America Latina, tutti hanno bisogno di questo Amore, di questa Parola che ha in se stessa il potere di commuovere i cuori e di fare rinunciare all'odio di classe. Anche nella mia terra - come voi sapete l'Emilia è piuttosto "rossa" - sono stimato, perché l'Amore è una forza così meravigliosa che può commuovere anche i più grandi materialisti. Il materialismo non appaga l'uomo ma lo rende infelice, e io ho fatto il possibile per diffondere questa Parola capace di trasformare i lupi in agnelli. Nonostante i miei acciacchi, dovuti soprattutto all'asma che anche Padre Pio aveva, ho voluto venire in Sicilia, da questo popolo tanto amato. Sono sicuro che i siciliani meglio di altri potranno aiutarmi, comprendermi e darsi da fare per divulgare in Sicilia e nel mondo questa Parola che può e vuole fare felici tutti gli uomini. Il programma di Cristo, di Dio, non è quello di una guerra civile: quello è il programma di Satana per distruggere la Chiesa e per distruggere il mondo. Il programma di Dio è un altro: questa è la profezia vera di Padre Pio. Dio vuole la Civiltà dell'Amore; anche Paolo VI aveva nel cuore questo pensiero: la Civiltà dell'Amore. Come può nascere questa realtà se non con un linguaggio? La Civiltà dell'Amore è dono dello Spirito Santo; noi sappiamo e diciamo: "Et renovabis faciem terrae" ("E rinnoverà la faccia della terra"). Lo Spirito Santo è sceso su di me per donarsi a voi, attraverso questo Verbo che mi ha donato. Questo Verbo è la luce dello Spirito Santo, capace di rinnovare la faccia della terra, capace di trasformare i materialisti in uomini ricchi d'amore, in uomini che ritrovano il Padre. Materialisti si diventa quando non abbiamo la certezza di avere un Padre, di avere qualcuno che ci ama. Ma quando attraverso la Parola, attraverso il Verbo di Dio scopriamo che c'è un Essere che ci ama e ci manda i Suoi eletti per confermarci il Suo Amore, ecco che noi ritroviamo la speranza e non abbiamo più bisogno di un appoggio materialista per sopravvivere. Il materialismo è appunto frutto di questa mancanza di fiducia in un Dio di Amore; il Dio della Legge aumenta la forza materialista. Questo ha detto il Concilio Vaticano II, con il quale è avvenuta una rivoluzione copernicana che ancora non è stata messa in pratica; una grande rivoluzione perché sappiamo che al Concilio di Trento era stata messa al primo posto la Legge, la fede nella Legge. Ma questa Legge al primo posto aveva creato tante ingiustizie anche nella Chiesa: i roghi, questo primato dei vescovi e dei papi che in quel periodo uccidevano con una facilità estrema. Ora siamo arrivati all'epoca del Concilio Vaticano II e tutti i vescovi riuniti hanno detto: no, prima c'è l'Amore che è Dio e poi la Legge. La Legge deve servire per arrivare all'Amore, non per dominare gli uomini, ma ancora oggi vediamo certi sacerdoti, certi vescovi che usano il potere della Legge per tentare di schiacciare la libertà di coscienza: questa è una delle ragioni della grande rivoluzione che è in atto. Noi dobbiamo aiutare questi vescovi e questi sacerdoti a non essere più dei cerberi che uccidono la libertà in nome di una Legge che loro usano, ma che Dio non usa perché Dio è Amore e vuole il trionfo dell'Amore. Il Papa Paolo VI, che mi amava tanto, leggeva questo libretto ogni giorno, tre righe, dicendo: «Va centellinato come il Vin Santo…». Come il Vin Santo, queste parole rigenerano il cuore e la vita dell'uomo. Questo libretto dunque ci insegna a usare il primato della "legge dell'amore", perché solo così potremo portare la pace. Se invece ognuno di noi abbraccia la legge mosaica per condannare il fratello, ecco che diventa un grande dittatore, come lo era Stalin, come lo era Hitler e come tanti altri ci sono oggi in questo mondo. Molti diranno: la legge dell'amore porta l'ordine o l'anarchia? Ecco la trappola di Satana che non vuole che gli uomini si amino e quindi mette la paura che l'amore sia anarchia. Ma non è la verità. Anzi, l’amore è la perfetta giustizia, perché quando io sono ricco d'amore il mio giudizio è fatto con amore, il mio agire è opera d'amore e, quando io sono ricco d'Amore, anche se trovo un tesoro non lo rubo ma lo ridono al proprietario, anche se m'innamoro di una bella signora sposata cerco di non tradire l'amico e di lasciarlo godere questa sua vita felice, ecc. Quindi l'amore solamente è perfetta giustizia e perfetta gioia di vivere. Nella legge invece noi abbiamo dei poteri che per mezzo della legge cercano di mettere la paura e dominare come è stato finora, in questi duemila anni. All'epoca di Paolo VI sembrava stesse per trionfare il primato dell'Amore, ma oggi si cerca di metterlo in disparte e in molti luoghi si vuole stabilire un regno satanico-materialista. Ora io dico a voi, con tutto l'amore di uomo anziano che potrebbe essere vostro padre, senza nessun interesse: se volete essere felici abbracciate l'Amore, meditate le parole di questo Quaderno e donatele ai vostri figli, perché Padre Pio ha detto che Dio vuole il "Tempio dei cuori". Quando questo Tempio è nel nostro cuore, ecco che diventiamo perfetta giustizia e portiamo la pace sulla terra, la pace che ora sembra tanto lontana perché siamo divisi dalle politiche materialiste. Se noi diamo l'esempio di amore, salveremo le nostre famiglie e i nostri figli e faremo progredire anche il paese perché Padre Pio diceva: «È l'Amore che è Dio a fare rinascere nei deserti il grano». Ma quando noi non abbiamo l'Amore, cioè non abbiamo Dio, anche i campi di grano possono diventare dei deserti. Queste sono verità sacrosante: i santi ci hanno dato l'esempio. Voi sapete che Padre Pio era un misero fraticello, però anche materialmente il suo amore ha prodotto una delle cliniche più grandi del mondo. Ma come l'ha prodotta? L'ha prodotta perché dove c'è l'Amore arrivano anche i beni. Gli uomini poi possono distruggere questi beni se non hanno la sapienza dell'Amore, e quindi a San Giovanni Rotondo bisogna pregare molto perché i frati, forse gelosi, forse pensierosi che io possa diventare un potente, non vogliono sentir parlare di me, preferiscono l'odio di classe piuttosto che l'amore che Dio mi ha dato per tutti voi. Il sogno di Padre Pio, rivelato anche a dei sacerdoti, era quello che il suo Bambino fosse ascoltato in seno ai gruppi di preghiera. Padre Pio sapeva che io non avrei tradito e che avrei dedicato tutta la vita per questo, ma l'invidia satanica è entrata e quindi io non ho potuto aiutare i gruppi di preghiera come avrei voluto. Si sono formati degli accanimenti terribili e allora per evitare il peggio ho deciso di parlare in altre sedi, sempre però tenendo presente che quel che dico è ciò che Padre Pio vi vorrebbe dire e che Dio vuole che vi dica. Comunque l'unione fra me e Padre Pio, con Gesù e con Maria è sempre più perfetta, tanto che io non ho paura di dire le verità, anche se non mi mancano minacce, ricatti perché io stia zitto. Non vogliono che io dica i veri mali di questo mondo, l'origine di questi mali che sono nati nel 1963 quando Padre Pio, così contrario ad una certa politica del tempo, diceva che causa quella politica l'Italia avrebbe conosciuto una sofferenza senza precedenti che, se gli uomini politici avessero ascoltato Padre Pio, non sarebbe accaduta. Oggi tocchiamo con mano; la nostra lira, i nostri beni sono in pericolo perché non abbiamo la benedizione di Dio causa scelte sbagliate. Ma la grandezza dell'Amore di Dio è proprio questa: Padre Pio, per mezzo del suo Bambino, ha potuto mantenere in vita l'eterna benedizione di Dio che è il "Quaderno dell'Amore". Queste parole sono una benedizione che supera tutte le maledizioni del tempo, che è capace di riportare la salute laddove c'è la malattia, di riportare la pace laddove regna l'odio. Sperimentate anche voi la potenza di questa Parola benedicente, di questo Amore di Dio senza limiti che vuole fare di voi un Tempio vivo del Suo Amore. Con questo libretto, diceva anche Paolo VI, si può ricreare quell'Eden, quella Civiltà dell'Amore che è indispensabile, perché o noi ci dirigiamo verso di essa oppure vedremo la morte e la distruzione dei nostri figli, delle nostre case, dei nostri beni. Io vorrei dirvi tante cose in più, però il tempo corre e penso che avrete capito qual è la mia missione. Oggi qui con me c'è Padre Pio, c'è Gesù, c'è la Madonna che vivono sempre accanto a me. Lo dico senza più timore di essere frainteso perché ormai molti mi conoscono e sanno che io non ho nessuna vanità. Io sono felice di donarvi spiritualmente questa presenza che porterete nelle vostre case e che vi aiuterà a risolvere i vostri problemi di salute, economici e tutti gli altri perché Gesù, Maria e Padre Pio sono all'opera su questa terra per salvare tutti voi, per salvare questa Sicilia dallo "scatascio" del resto d'Italia. Padre Pio aveva fiducia in voi siciliani, tanta fiducia e mi ha detto e ripetuto che il "Quaderno" deve essere diffuso in tutta la Sicilia perché la Sicilia è una terra particolare che ha le radici nella civiltà, nella sapienza umana unita a quella divina e quindi può capire e diffondere questo libro che è la benedizione di Dio per tutte le genti. Voglio pregare il Signore di donarvi amore a questo linguaggio che vi può fare riconciliare con tutti gli uomini e fare diventare amici anche coloro che vi sembravano nemici. Che Dio benedica tutti voi siciliani, vi benedica in questo Amore onnipotente. Vorrei rivolgere a Dio, a Padre Pio e alla Madonna una preghiera particolare, specialmente per tutti gli ammalati e per tutte le vostre necessità.

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